mercoledì 27 maggio 2015
​Saranno redistribuiti 24mila tra siriani e eritrei arrivati in Italia, e altri 16mila dalla Grecia. Sui numeri però non ci sarebbe totale accordo. La commissione: "mai parlato di quote".
L'ultimo balletto sull'accoglienza
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​La Commissione europea ha dato il via libera al pacchetto legislativo di attuazione dell'agenda Ue sull'immigrazione. La redistribuzione obbligatoria dei migranti sbarcati in Italia riguarda 24 mila siriani ed eritrei arrivati sulle coste a partire dal 15 aprile ed avverrà nel corso di due anni. La cifra complessiva di 40 mila, che riguarda anche 16 mila migranti giunti o in arrivo in Grecia, è stata fissata per i prossimi due anni e corrisponde a circa il 40% del numero totale di richiedenti asilo e hanno dichiaratamente diritto alla protezione internazionale entrati nei due paesi nel 2014. Secondo le stime di Bruxelles, nel 2014 sono arrivati in Italia 170 mila migranti e in Grecia 54 mila, mentre nei primi 4 mesi del 2015 gli arrivi sono stati 26 mila in Italia e 28 mila in Grecia. Di questi, oltre il 40% sono siriani ed eritrei. Sui numeri però non ci sarebbe stato il via libera dei paesi Ue. Il piano dovrà adesso essere approvato dal Parlamento europeo e dai Paesi membri. Italia e Grecia, Paesi beneficiari del meccanismo dei ricollocamenti intra-Ue, saranno tenuti a inviare una roadmap sulla prima accoglienza e raccolta di impronte entro un mese dall'entrata in vigore della decisione. Nel caso i Paesi non rispettassero gli obblighi previsti, la Commissione potrà sospendere i trasferimenti. Grecia e Italia dovranno inviare report sulla situazione ogni tre mesi. Le linee guida del piano prevedono inoltre la raccolta delle impronte digitali (su questo fronte Grecia e Italia saranno "sorvegliate" speciali), un piano di azione per la lotta ai trafficanti di esseri umani; un sistema per il reinsediamento di 20mila dai campi profughi su base volontaria in due anni; una consultazione pubblica sulla Blue card per l'immigrazione legale; ed il nuovo piano operativo di Frontex. "Globalmente ci sono stati commenti positivi sull'agenda per l'immigrazione, ma anche punti fraintesi: noi non proponiamo di stabilire quote. Quota è una parola che non ci piace e non abbiamo mai usato", così il commissario Ue all'Immigrazione Avramopoulos, spiegando che lo schema propone una solidarietà minima, per Stato.
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