La Commissione europea ha dato il
via libera al pacchetto legislativo di attuazione dell'agenda
Ue sull'immigrazione.
La
redistribuzione obbligatoria dei
migranti sbarcati in Italia riguarda 24 mila siriani ed eritrei
arrivati sulle coste a partire dal 15 aprile ed avverrà nel corso di due anni. La cifra complessiva di 40 mila, che riguarda anche 16 mila migranti giunti o in arrivo in Grecia, è stata fissata per i prossimi due
anni e corrisponde a circa il 40% del numero totale di richiedenti
asilo e hanno dichiaratamente diritto alla protezione internazionale
entrati nei due paesi nel 2014.
Secondo le stime di Bruxelles, nel
2014 sono arrivati in Italia 170 mila migranti e in Grecia 54 mila,
mentre nei primi 4 mesi del 2015 gli arrivi sono stati 26 mila in
Italia e 28 mila in Grecia. Di questi, oltre il 40% sono siriani ed
eritrei. Sui numeri però non ci sarebbe stato il via libera dei paesi Ue. Il piano dovrà adesso essere approvato dal Parlamento europeo e dai Paesi membri.
Italia e Grecia, Paesi
beneficiari del meccanismo dei ricollocamenti intra-Ue, saranno
tenuti a inviare una roadmap sulla prima accoglienza e raccolta
di impronte entro un mese dall'entrata in vigore della
decisione. Nel caso i Paesi non rispettassero gli obblighi
previsti, la Commissione potrà sospendere i trasferimenti.
Grecia e Italia dovranno inviare report sulla situazione ogni
tre mesi.
Le linee guida del piano prevedono inoltre la raccolta delle
impronte digitali (su questo fronte Grecia e Italia saranno "sorvegliate" speciali), un piano di azione per la lotta ai
trafficanti di esseri umani; un sistema per il reinsediamento di
20mila dai campi profughi su base volontaria in due anni; una
consultazione pubblica sulla Blue card per l'immigrazione
legale; ed il nuovo piano operativo di Frontex.
"Globalmente ci sono stati
commenti positivi sull'agenda per l'immigrazione, ma anche punti
fraintesi: noi non proponiamo di stabilire quote. Quota è una
parola che non ci piace e non abbiamo mai usato", così il
commissario Ue all'Immigrazione Avramopoulos, spiegando che lo
schema propone una solidarietà minima, per Stato.