martedì 16 marzo 2010
Tra le vittime anche un'impiegata dell'ambasciata Usa e suo marito, entrambi americani, uccisi a Ciudad Juarez, dove oggi giungerà il presidente Felipe Calderon, da tempo è al centro della lotta ai cartelli messicani della droga.
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Un fine settimana lungo, e una infinita scia di sangue. Tra sabato e oggi i mille fronti del narcotraffico messicano hanno fatto oltre 100 morti, tra i quali un'impiegata dell'ambasciata Usa a Ciudad Juarez e suo marito, entrambi americani: omicidio, quest'ultimo, che ha fatto scendere in campo anche un gruppo di agenti dell'Fbi mandati in Messico da Washington.Nel paese latinoamericano, quella odierna è stata una giornata non lavorativa, ricordano i media locali, che hanno fatto la conta del tragico bilancio dei tre giorni di festa. Nello stato meridionale di Guerrero, dove impera il cartello della "Familia" e dove si trova Acapulco (uno dei gioielli turistici del paese), sono state uccise 45 persone. A Chihuahua, a ridosso della frontiera Usa, i morti sono stati 36, dei quali 20 a Ciudad Juarez, città dove domani giungerà in visita il presidente Felipe Calderon e che ormai da tempo è al centro della lotta tra i diversi cartelli del narcotraffico messicano.   E proprio Ciudad Juarez, così come è accaduto tante volte negli ultimi mesi, è stato lo scenario dei tre omicidi di cui si è più parlato oggi in Messico. Lo scarso sabato sono infatti stati uccisi Lesley Enriquez, impiegata del consolato Usa, e suo marito Redelfs Arthur Haycock: sono entrambi cittadini americani, delitti che hanno subito fatto scattare il presidente Usa Barack Obama, il quale si è detto«profondamente triste e indignato» per gli omicidi. La Enriquez (34 anni) e Haycock (35) sono stati crivellati di colpi mentre si trovavano a bordo del loro veicolo, con targa Texas, insieme alla figlia, di sette mesi, che si è salvata. Non lontano da dove la coppia Usa è stata uccisa, pochi minuti dopo a finire nel mirino dei narcos è stato il messicano Jorge Salcido Ceniceros, marito di un'altra funzionaria (anch'essa cittadina americana) del consolato Usa di Ciudad Juarez. I due figli (4 e 7 anni) della coppia, che si trovavano a bordo dell'auto di Ceniceros, sono rimasti feriti. Sulla base delle primi indagini, i responsabili degli omicidi di Ciudad Juarez apparterrebbero a un commando di killer chiamato "Los Aztecas" e a un altro gruppo di sicari, noti come "La Linea", entrambi controllati dal cartello di Juarez. La procura di Ciudad Juarez ha ammesso che insieme agli uomini dell'esercito e della polizia, alle indagini stanno partecipando anche "diversi agenti" dell'Fbi inviati sul luogo da Washington. La reazione Usa. «Il presidente Obama è profondamente triste e indignato per gli omicidi», ha precisato da Washington il portavoce del consiglio della sicurezza nazionale della Casa Bianca, Mike Hammer. «Sia in Messico sia in altre parti del mondo, la sicurezza del nostro personale è sempre una priorita», ha d'altro lato commentato il segretario di Stato, Hillary Clinton. In un altro punto lungo la frontiera con gli Stati Uniti, a Bustamante (provincia di Nuovo Leon), ieri sono d'altra parte stati uccisi otto presunti narcos durante un'irruzione della marina militare messicana in un ranch dove si trovavano circa 80 sicari dei trafficanti di droga: nel luogo era in corso una sorta di 'verticè del cartello degli Zetas per organizzare un'offensiva contro alcune delle organizzazioni rivali, e cioé i cartelli del Golfo, di Sinaloa e della Familia di Mochoacan.
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