lunedì 6 gennaio 2025
Riservatezza sui dossier affrontati nella visita della premier in Florida. Secondo il New York Times l'incontro è stato un modo per fare pressing per la liberazione di Cecilia Sala
Meloni e Trump «pronti a lavorare assieme»: di cosa hanno parlato

ANSA

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Sabato la premier Giorgia Meloni ha fatto visita al presidente eletto americano Donald J. Trump nel suo golf club in Florida per un incontro informale. La visita al club Mar-a-Lago è avvenuta, pochi giorni prima Meloni accogliesse il presidente Biden per una visita ufficiale in Italia e in Vaticano da giovedì 9 a domenica 12 gennaio.

Si tratta di una delle primissime visite da parte di un leader straniero alla tenuta del presidente eletto in Florida dalla sua elezione a novembre: da quando è stato eletto Trump ha accolto a Mar-a-Lago il primo ministro ungherese Viktor Orban e il presidente argentino, Javier Milei. Anche se è stato il primo ministro canadese Justin Trudeau a essere il primo leader del Gruppo dei 7 a far visita al signor Trump in Florida dopo le elezioni, dopo la minaccia trumpiana di imporre tariffe al Canada.

C’è, però, molta riservatezza su cosa si siano effettivamente detti Trump e Meloni che ha commentato sui social con un asciutto post: "Bella serata con Donald Trump che ringrazio per l'accoglienza. Pronti a lavorare insieme".



Stando al New York Times, il tycoon americano vicino all’insediamento alla Casa Bianca il prossimo 20 gennaio, invece, ha definito Meloni «una donna fantastica», aggiungendo, che «ha davvero preso d'assalto l'Europa e tutti gli altri».

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L'incontro rafforza le speranze dei sostenitori del governo Meloni sul fatto che la leader italiana del centro destra possa diventare l'alleato di riferimento di Donald Trump in Europa, che ha già minacciato di scatenare una guerra commerciale con il Vecchio continente, nonché di ridurre il sostegno americano ad alcuni Paesi della NATO e all'Ucraina nella sua guerra contro la Russia.

Secondo quanto riportato dal Nyt, al centro della visita di Meloni in Florida un altro possibile argomento di discussione: la detenzione in Iran della giornalista italiana, Cecilia Sala.
Nei suoi confronti non è stato formalizzato alcun capo di accusa. La cattura della reporter e il successivo sequestro nel carcere di Evin a Teheran, in Iran, lo scorso 19 dicembre è avvenuto pochi giorni dopo che l'Italia aveva arrestato, su richiesta degli Stati Uniti, un iraniano sospettato di aver fornito componenti di droni alle Guardie rivoluzionarie iraniane.

Pochi giorni la famiglia di Cecilia Sala aveva chiesto di mantenere il silenzio stampa per favorire le trattative diplomatiche necessarie alla liberazione della giornalista italiana.

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