La Camera dei Comuni ha approvato ieri sera la legge che potrebbe rendere legali, entro l’estate del 2014, le nozze gay anche in Gran Bretagna. Con 366 voti a favore e 166 contrari, la maggioranza dei deputati ha detto dunque «sì» alla nuova legge del premier David Cameron. Un «sì» arrivato dopo un dibattito durato un’intera giornata e segnato da una massiccia protesta davanti a Westminster.Un risultato previsto, per l’alleanza che si è formata su questa questione tra governo e opposizione, ma che ha portato sempre più alla luce le divisioni nel partito conservatore. Per questo non è detta l’ultima parola, perché oggi la legge si sposta alla Camera dei Lord dove è probabile che troverà forti ostacoli. I Lord potrebbero infatti decidere di introdurre emendamenti e il testo dovrebbe quindi passare di nuovo ai Comuni. Uno scenario che metterebbe un freno ai piani di Cameron perché, a quel punto, l’iter parlamentare si prolungherebbe e le speranze del premier di adottare la legge entro la fine del suo mandato (nell’estate del 2014), svanirebbero. Come ha commentato Bob Woollard, presidente del gruppo conservatore Grassroots, «Cameron potrebbe non aver fatto bene i suoi calcoli». Appoggiando questa legge – ha proseguito Woollard, uno dei 34 conservatori che domenica scorsa hanno spedito una lettera a Downing Street in cui spiegavano le loro ragioni contro le nozze gay – «Cameron ha dimostrato disprezzo per la gente comune. Il matrimonio gay rappresenta la punta dell’iceberg. E ora la gente ne ha avuto abbastanza e non ha alcun problema a dire che non voterà più Tory». Tra chi non voterà “Conservatives” alle prossime elezioni ci saranno senz’altro tutte quelle persone che negli ultimi mesi si sono rimboccate le maniche per difendere il matrimonio tradizionale. Un «mare di gente» che non potrà passare inosservato e i numeri parlano da soli: sono oltre 700mila le persone che hanno firmato una petizione presentata a Downing Street per la protezione del matrimonio tradizionale; quarantamila gli insegnanti del Regno che hanno dichiarato che «non accetteranno mai di dare lezioni» sul matrimonio gayInoltre, ottocento le lettere ricevute in un giorno solo dal deputato Tim Loughton che gli chiedevano di votare contro le nozze gay; cinquecento le persone che due giorni fa si sono riunite davanti a Westminster per pregare affinchè la Camera dei Comuni proteggesse la legge sul matrimonio, un numero che ieri è quasi raddoppiato. È innegabile, inoltre, che la questione delle nozze gay provocherà ulteriori grattacapi al premier, già messo estremamente in crisi dai suoi colleghi conservatori sulla questione dell’appartenenza all’Unione Europea. E in un tentativo, che è apparso alquanto disperato, ieri Cameron ha scritto una lettera ai membri del suo partito chiedendo sostegno: «Non si può andare d’accordo su tutto – ha scritto – ma vi chiedo di concentravi su ciò che abbiamo in comune».Ma la rabbia nei suoi confronti è tangibile, sia per la posizione che sta prendendo sulle nozze gay sia su quella conisiderata troppo favorevole nei confronti dell’Europa. E ieri si parlava già di alcune defezioni verso il partito independentista Ukip che alle recenti elezioni locali ha vinto oltre il 23 per cento dei seggi, proprio grazie al voto di tutti quei conservatori ormai disillusi.