Il procuratore generale indiano ha presentato l'opinione del
governo favorevole ad abbandonare il Sua act per la repressione
della pirateria, ma ha chiesto che i capi di accusa vengano
formulati dalla polizia Nia. La difesa si è opposta a quest'ultima ipotesi e il giudice ha fissato una nuova udienza tra due
settimane. La difesa, in particolare, ha obiettato al documento
del ministero della Giustizia di Delhi che "è impossibile
utilizzare la Nia in assenza del Sua Act".Il procuratore G.E. Vahanvati ha dichiarato oggi all'uscita dell'udienza sui marò in Corte Suprema che "spiegheremo perché la Nia (la polizia antiterrorismo) può operare anche in assenza del Sua Act" (la legge contro la pirateria).Per Palazzo Chigi «la decisione di oggi è frutto della fermezza dell'Italia».Il caso marò è stato evocato dalpresidente del Parlamento Ue in apertura delle plenaria. Martin Schulz, che «condivide le preoccupazioni dell'Italia sulla lunghezza e i ritardi del caso», ha lanciato «un appello all'India perché rispetti pienamente e prontamente il diritto internazionale, specie la Convenzione sul diritto del mare».