mercoledì 17 agosto 2011
Fermata l'emorragia di greggio fuoriuscita dalla piattaforma al largo di Aberdeen, ma a preoccupare ora è una seconda perdita, più difficile da riparare.
COMMENTA E CONDIVIDI
La marea nera al largo della Scozia sembra sotto controllo, ma per la Shell l'incubo adesso si chiama tubatura. Ovvero quella che collega la piattaforma petrolifera Gannet Alpha, 112 miglia a est di Aberdeen, ai fondali del mare del Nord dove si trova il pozzo di estrazione vero e proprio. "Stiamo parlando di centinaia di tonnellate di petrolio che dobbiamo mantenere lì dentro, al sicuro", ha detto Glen Cayley, direttore tecnico di Shell. "Fino a che non avremo fermato la perdita e messo in sicurezza la tubatura il rischio permane", ha sottolineato Cayley a colloquio con il Press and Journal.Il direttore tecnico ha poi concluso assicurando che la compagnia sta lavorando per tappare anche la seconda perdita - che resta ad ogni modo molto più contenuta della prima: qualche barile di greggio al giorno. Questa falla, stando alla Shell, si trova in un punto del fondale "bizzarro", dove la vegetazione è particolarmente sviluppata e ostacola gli interventi dei tecnici. La perdita è stata notata da un elicottero e la sua massima estensione è stata di quasi 30 chilometri. Secondo i dati del ministero per i Cambiamenti Climatici, la fuoriuscita è pari al quadruplo della quantità di petrolio versata accidentalmente ogni anno per gli ultimi dieci anni, ovvero circa 50 tonnellate. In tutto, infatti, sono stati riversati in mare 216 tonnellate di petrolio pari a 1.300 barili. 
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: