Le famiglie dei due pescatori morti nell'incidente del 15 febbraio al largo delle coste del Kerala in cui sono implicati i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone riceveranno ognuna 10 milioni di rupie (145.000 euro) dal governo italiano. Lo scrive oggi la stampa indiana.
L'accordo, scrivono i giornali, é stato raggiunto nei giorni 12 e 13 aprile, e definito grazie all'intervento del capo di gabinetto del ministero della Difesa italiano, Pasquale Preziosa che ha negoziato l'accordo con gli avvocati della moglie di Jelastine Valentine, Doramma, e quelli delle sorelle dell'altra vittima, Ajesh Binki. Un giornale indiano scrive che Doramma ha detto di aver presentato ieri una domanda di composizione immediata della vertenza all'Alta Corte di Kochi dove è in corso una causa per la giurisdizione.
«MOGLIE PESCATORE HA CHIESTO COMPOSIZIONE» Doramma, la moglie di Jelastine Valentine, uno dei pescatori indiani per la cui morte sono nel carcere di Trivandrum in Kerala i due marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ha presentato ieri una domanda di composizione immediata della vertenza all'Alta Corte di Kochi dove è in corso una causa per la giurisdizione. Lo scrive un giornale indiano che cita come fonte la stessa Doramma.
MARO': RIABBRACCIANO FAMIGLIE, CORDOGLIO PER VITTIME La routine e le angustie di due mesi di Massiliano Latorre e Salvatore Girone nel carcere centrale di Trivandrum (Stato indiano del Kerala) sono state spazzate via oggi (ieri, ndr) almeno per un po' dall'attesa visita di un gruppo di familiari che hanno passato con loro quasi due ore, sicuramente indimenticabili. In una sala approntata dal sovrintendente della prigione, al riparo da sguardi indiscreti dei giornalisti che li hanno assediati fin dall'arrivo, la sorella e il nipote di Latorre (Franca Latorre e Christian D'Addario), il papa, la mamma e la moglie di Girone (Michele Girone, Maria Ferrara e Vania Ardito), hanno potuto abbracciarsi, magari piangere, e parlare di quello che è accaduto e di ciò che può riservare loro il futuro. Incaricato di proteggere l'intimità del gruppo è stato l'addetto militare italiano a New Delhi, il contrammiraglio Franco Favre che, tradendo a sua volta l'emozione, ha commentato ai primi momenti dell'incontro in questo modo: "Adesso sono insieme, da soli ed ho visto due famiglie bellissine, della terra del sud, forti e positive. Degnissime persone". Al termine dell'incontro papà Michele e Franca Latorre hanno affrontato i giornalisti per offrire le prime reazioni a caldo, manifestare la gioia per il ritrovamento delle persone care ed esternare il dolore per quell'incidente in mare il 15 febbraio che ha coinvolto i marò in servizio di sicurezza sulla Enrica Lexie e che è costato la vita a due pescatori indiani. Ovviamente "siamo felici di essere qui", hanno detto, e di "avere visto bene i due ragazzi". "Vogliamo ringraziare tutti quelli che hanno reso possibile questo nostro viaggio - hanno aggiunto - ed anche la direzione del carcere che sta riservando ai nostri congiunti un trattamento degno". "Vogliamo infine esprimere - hanno concluso - il nostro profondo cordoglio ai familiari dei due pescatori indiani morti in quell'incidente". A quanto sembra, è escluso che i parenti dei fucilieri del San Marco possano incontrare nei giorni che resteranno a Trivandrum moglie, figli e sorelle delle due vittime, Valentine Jelastine e Ajesh Binki. I due marò si trovano nel carcere di Trivandrum dal 5 marzo, dove godono di un trattamento speciale, alloggiati in un piccolo edificio vicino all'ospedale interno separato dagli altri reclusi, e con il diritto di indossare la divisa di ordinanza. Visitati dai ministri degli Esteri e della Difesa, Giulio Terzi e Giampaolo di Paola, e più volte dal Sottosegretario agli Esteri Staffan de Mistura, svolgono una normale routine anche se, per istruzioni ricevute, si sono sempre rifiutati di rispondere alle domande della polizia, sostenendo di non riconoscere la giurisdizione della legge indiana sul loro caso. A Bruxelles dove ha partecipato ad un vertice Nato e ad un Consiglio Nato-Russia, Terzi ha ribadito che sul tema della giurisdizione nazionale sulle navi di bandiera nelle acque internazionali e sui militari 'organi dello Stato' "i contatti con i principali partner sono continui" e "ne ho parlato con alcuni colleghi e in particolare con il ministro degli Esteri danese, presidente di turno della Ue".
Per Latorre e Girone non sembrano possibili comunque soluzioni a breve termine. La loro custodia giudiziaria è stata estesa fino al 30 aprile dal giudice istruttore di Kollam, mentre il processo in corso di primo grado, presso l'Alta Corte di Kochi, riguardante la giurisdizione verrà ripreso dopo il 20 maggio. Per quanto riguarda infine la petroliera, bloccata da due mesi nel porto di Kochi, è prevista domani una udienza presso la Corte suprema di New Delhi.