«Edifici di valore religioso e simbolico». Gli edifici distrutti "non
avevano solo un valore religioso ma anche un valore simbolico e
affettivo per gli abitanti" della città del nord del Mali ed erano
patrimonio mondiale dell'Unesco. Per questo, sottolinea il portavoce
della Cpi, si tratta di "attacchi particolarmente gravi".
Si era dichiarato colpevole. Il 22 agosto Al Mahdi, ritenuto a capo di una "brigata" del gruppo
Ansar Dine (vicino ad al-Qaeda nel Maghreb Islamico, Aqmi), si è
dichiarato colpevole davanti ai giudici della Cpi dicendosi
"dispiaciuto per tutti i danni provocati" e "davvero pentito" durante
il primo processo nella storia della Corte per la distruzione di beni
culturali.
Un edificio in fango a Timbuctu, in Mali (foto Nazioni Unite)
Arrestato in Niger. Al Mahdi è stato consegnato alla Cpi nel settembre dello scorso anno
dopo essere stato arrestato in Niger e per il verdetto i giudici hanno
tenuto conto del "rimorso" del jihadista per i reati commessi, del suo
"pentimento" e del fatto che si fosse inizialmente mostrato reticente
davanti alla volontà dei leader dei gruppi jihadisti di distruggere i
tesori di Timbuctu.
Unesco: sentenza storica. "La decisione della Cpi è storica per ottenere il riconoscimento dell'importanza del patrimonio per l'intera umanità e per le comunità che lo hanno conservato nei secoli", afferma Irina Bokova, direttrice generale dell'Unesco, convinta che "in un contesto di ripetute violenze contro i popoli e il loro patrimonio, il verdetto della Cpi rappresenti un elemento chiave per contrastare l'estremismo violento".LEGGI ANCHE:
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