Il maltempo ostacola il lavoro delle imbarcazioni e aerei inviati nell'Oceano Indiano per partecipare alle ricerche dell'aereo scomparso l'8 marzo scorso con 239 persone a bordo. Attualmente sei navi sono nella zona o stanno per raggiungerla e opereranno con l'appoggio di quattro aerei da pattugliamento marittimo australiani, neozelandesi ed americani. Il ministro del Trasporto australiano, Warren Truss, ha annunciato che si stanno cercando nuove e più definite immagini satellitari dei rottami individuati per la prima volta il 16 marzo. Il presidente cinese, Xi Jinping, ha chiamato oggi il premier australiano Tony Abbott: "Da quando si sono interrotti i contatti con l'aereo i nostri cuori sono con le persone di diversi paesi che si trovavano a bordo", ha dichiarato.
Questa volta "la pista è credibile". Due grandi oggetti galleggianti individuati nel sud-est dell'Oceano Indiano da un satellite australiano rappresentano l'ultima speranza di ritrovare il volo Malaysia Airlines MH370. Mentre una nave norvegese è già nella zona e altre navi stanno arrivando, il collegamento con il Boeing 777-200 è comunque ancora da confermare. Il rilevamento dei due oggetti è stato annunciato ieri mattina dal primo ministro australiano Tony Abbott, dopo l'analisi di immagini risalenti al 16 marzo in una zona a oltre 2.500 km a sud-ovest di Perth, sulla costa occidentale dell'Australia. Il più grande di essi è lungo 24 metri, il che lo renderebbe compatibile - per esempio - con un'ala del Boeing.