Con la veste rossa, lo sguardo sicuro e la parlantina sciolta, la ragazza pakistana che è diventata il simbolo del diritto delle donne all'istruzione ha inaugurato la più grande biblioteca d'Europa, a Birmingham. Le penne e i libri, ha scandito la 16enne, sono "le armi che difendono dal terrorismo".
Malala lo scorso ottobre era scampata a un attentato che gli estremisti talebani avevano messo in atto per cercare di fermare il suo impegno contro l'analfabetismo e per l'educazione femminile. Non c'erano riusciti, ma la ragazza, gravemente ferita, trascorse lunghi mesi in ospedale in Gran Bretagna, Paese che le ha dato cure, rifugio e ora anche ospitalità permanente. Altre due compagne, anch'esse ferite nell'agguato mentre tornavanno da scuola, frequentano un collegio del Galles, grazie alle borse di studio offerte dall'istituto.
Una vittoria della civiltà contro l'oscurantismo e la barbarie, verrebbe da dire, e in effetti è così. Oggi Malala è una ragazza felice di poter crescere e studiare in un Paese libero, accanto alla sua famiglia che l'ha seguita nei mesi di ricovero in ospedale. Ma il suo impegno non finisce qui: migliaia di sue coetanee sono tenute lontane dalle scuole con le minacce e con la violenza. A loro è andato il pensiero di Malala, che quest'anno è stata anche candidata al Premio Nobel per la pace, mentre inaugurava la Biblioteca di Birmingham, una struttura sviluppata su nove piani, in cui possono trovare spazio oltre 2 milioni di libri. L'edificio è costruito in acciaio e vetro. La semplicità e la trasparenza della cultura contro il buio dell'ignoranza.