martedì 7 settembre 2010
Il governo è scettico dopo l’annuncio del nuovo cessate il fuoco da parte del gruppo separatista basco: l’organizzazione deve «abbandonare le violenze per sempre».
- I proclami dell’Eta: tanti dubbi una timida speranza di Lugi Geninazzi
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«Non cambieremo di una virgola la politica antiterrorista, non negozieremo con l’Eta». Ventiquattro ore dopo l’annuncio del nuovo cessate il fuoco da parte del gruppo armato dei separatisti baschi, il governo spagnolo risponde con scetticismo: il messaggio dell’Eta è «insufficiente», l’organizzazione terrorista deve «abbandonare le violenze del tutto e per sempre», ha detto il ministro dell’Interno Alfredo Perez Rubalcaba ai microfoni della televisione pubblica Rtve.Le parole dei tre incappucciati – pronunciate di fronte ad una telecamera e spedite in videomessaggio, domenica, alla catena britannica Bbc e al quotidiano separatista Gara – non convincono la Spagna. Il comunicato non genera nessun entusiasmo: il clima è completamente differente dal marzo 2006 in cui il governo socialista di José Luis Rodriguez Zapatero scommise sulla veridicità della tregua annunciata dall’Eta. Quindici mesi più tardi, una bomba piazzata nell’aeroporto di Madrid uccise due immigrati ecuadoregni e seppellì fra le macerie la speranza di normalizzazione. Oggi l’ambiente è diverso. Non si tratta solo di cautela: l’impressione generale è che sia una pseudo-tregua. Dietro potrebbe esserci una nuova trappola. L’annuncio – avverte il ministro – confermerebbe che il gruppo armato (che in 42 anni ha lasciato una scia di 829 morti) è debole, assediato dalle autorità. «L’Eta si ferma perché non ne può più, e lo fa proprio dopo lo smantellamento» recente di due basi: una in Portogallo e l’altra in Catalogna. All’origine del comunicato, dunque, non ci sarebbe una reale volontà di abbandonare le armi: «L’Eta lo fa per ricostituirsi», sostiene Rubalcaba.La nuova dichiarazione dei separatisti armati è volutamente ambigua: non parla specificamente di cessate il fuoco permanente, né di tregua temporale o definitiva. I terroristi si limitano a sottolineare che da alcuni mesi hanno deciso di «non realizzare azioni armate offensive». Qualche analista ipotizza che il comunicato sia stato preparato frettolosamente come risposta alla richiesta di Batasuna (braccio politico dell’Eta, messo fuori legge in Spagna nel 2003), che venerdì scorso aveva reclamato ai terroristi un cessate il fuoco permanente e verificabile a livello internazionale: con questa mossa, la cosiddetta sinistra abertzale (vicina ai separatisti armati) mirerebbe alla legittimità per presentarsi alle prossime elezioni municipali del 2011.L’annuncio – assicura Perez Rubalcaba – non è sufficiente per concorrere alle municipali: «A braccetto con l’Eta, Batasuna non entrerà nelle istituzioni». Anche il centrodestra spagnolo (Pp) ha reagito con grande scetticismo: la preoccupazione è che la sinistra vicina all’Eta riesca realmente ad insinuarsi nelle liste municipali il prossimo anno.Dalla Francia – dove è ancora legale – Batasuna ha definito l’annuncio dell’Eta come un «passo importante». Per Gerry Adams, leader dell’irlandese Sinn Fein, si tratta di «una dichiarazione significativa che ha il potenziale per mettere fine in maniera definitiva al lungo conflitto nei Paesi Baschi», ma è «vitale che il governo spagnolo risponda in maniera positiva e colga questa opportunità per far progredire il processo di pace e stabilire rapidamente dei negoziati politici».
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