La peste è tornata a uccidere in Madagascar. La grande isola africana deve, ancora una volta, affrontare l'emergenza di un'epidemia. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità già 40 persone hanno perso la vita ed altre 80 sono state contagiate del morbo. L'epidemia era stata notificata dal ministero della Sanità del
Madagascar il 4 novembre, ma il primo caso risalirebbe al 31 agosto. La pria vittima è stata un uomo del villaggio Soamahatamana.
Solo il 2% dei casi identificati finora sarebbe del
tipo polmonare, quella che può trasmettersi da persona e persona . La malattia ha raggiunto anche la capitale, Antananarivo, e secondo l'Oms c'è il rischio di una "rapida diffusione" della peste, anche tenuto conto della "debolezza" del
sistema sanitario locale. La malattia infettiva, di origine batterica, colpisce soprattutto le popolazioni più povere, che vivono in condizioni igieniche precarie. L'agente infettivo, Yersinina pestis, può essere veicolato da pulci parassiti di ratti e altri roditori.
Il governo, insieme alle organizzazioni internazionali, ha già messo
in campo misure mirate per controllare l'epidemia, forte anche di un
progetto finanziato dall'African Development Bank da 200 mila dollari
americani. L'oms non raccomanda restrizioni di viaggi o commerci in
base alle informazioni disponibili, ma un monitoraggio attento,
soprattutto nelle aree urbane.
Per questa malattia, che per secoli ha devastato anche l'Europa, non esiste un vaccino, ma si può debellare con gli antibiotici. Occorre però che la loro somministrazione avvenga rapidamente dopo la comparsa dei primi sintomi e questo può essereun problema in situazioni di povertà e degrado. Per saperne di più è possibile leggere
questa scheda a cura del Centro nazionale di epidemiologia