Yassin Salhi, l'uomo arrestato in
Francia perché sospettato di aver ucciso e decapitato il suo
datore di lavoro e di aver tentato poi di far esplodere un
deposito del gas a Saint-Quentin-Fallavie, nell'Isère, vicino a
Lione, ha confessato le sue colpe ma ha negato di essere un
terrorista.
Salhi, si legge oggi sul quotidiano
Le Figaro, "ha riconosciuto
di avere decapitato il suo datore di lavoro". Ha affermato di
avere agito da solo in un parcheggio, sul tragitto tra la società
di trasporti per la quale lavorava e la fabbrica Air Products.
Secondo
I-Télé, Salhi non si è definito né ha rivendicato di
essere un terrorista ed ha spiegato il suo gesto, in maniera
confusa, citando "difficoltà personali legati al suo lavoro e
alla sua vita in famiglia".
Il presunto attentatore avrebbe avuto un litigio con la sua
vittima alcuni giorni prima l'omicidio e - si legge ancora su
Le
Figaro - avrebbe voluto suicidarsi, con un'azione di grande
risalto mediatico, dopo aver fatto passare l'assassinio del suo
datore di lavoro come un atto terroristico.