«Se uno perde le elezioni e poi si proclama vincitore, in qualsiasi lingua, colpo di Stato è la parola giusta: la trovo assolutamente appropriata ». È così che la pensa Marjan Satrapi, l’illustratrice iraniana divenuta celebre grazie alla serie “Persepolis”, autobiografia a fumetti da cui è stato tratto l’omonimo film d’animazione premiato al Festival di Cannes nel 2007. La Satrapi, che vive da diversi anni a Parigi, ha risposto alle domande di Avvenire a margine di una conferenza stampa che si è svolta ieri presso la sede del Parlamento europeo a Bruxelles.
Che cosa ha voluto dire al Parlamento europeo? Sono venuta come persona, come artista, non come rappresentante di un partito politico. Ci sono milioni di iraniani che manifestano, a loro pericolo. Rischiano di essere arrestati, feriti, uccisi. Tutti sanno che queste elezioni non sono riconosciute. L’insieme della comunità internazionale e il Parlamento europeo domandano che ci sia un’altra elezione. Io non sono per l’interventismo occidentale, ma questo non è interventismo occidentale.
Cos’è? Si tratta solo di ascoltare la voce degli iraniani. Riconoscere Ahmadinejad oggi come legittimo, significherebbe dire che il popolo iraniano è illegittimo. Non possiamo farlo. Abbiamo l’occasione per stabi- lire un clima di pace, con Obama presidente degli Stati Uniti, e non bisogna perderla. Sono qui perché mi uccide vedere quello che sta succedendo, mi uccide vedere le persone uccise. Il mondo deve sapere che gli Iraniani non vogliono distruggere Israele, che gli iraniani vogliono la pace e ritrovare il loro posto nella comunità internazionale.
Quali informazioni circolano nel Paese? Malgrado il fatto che abbiano bloccato gli Sms e disturbato le trasmissioni di Bbc e affini, ci sono delle immagini che passano su Facebook e YouTube e le informazioni alla fine circolano. Ci sono alcune cose però che non compaiono sulla stampa: la proporzione di voti su 1000 schede è la stessa che su 40 milioni di schede, il che è impossibile in un’elezione normale.
Soprattutto con un’affluenza tanto alta. Già. Più di 13 milioni di iraniani che non avevano votato la volta precedente sono andati a votare per il cambiamento; la legislazione iraniana prevede che lo spoglio avvenga 72 ore dopo le elezioni, mentre questa volta è successo dopo 20 ore. Ci sono milioni di persone nella strade: andiamo a votare una seconda volta. Se Ahmadinejad ha avuto il 63 per cento dei voti, li riprenderà. Ma stavolta i rappresentanti di tutti i partiti dovranno essere presenti, per controllare che le elezioni non siano falsate una seconda volta, ovviamente.