Due giornalisti sono rimasti uccisi e altri due feriti nell'esplosione di un colpo di mortaio lungo la via Tripoli, arteria principale di Misurata, città in mano ai ribelli sotto l'assedio delle truppe leali a Muammar Gheddafi. In un primo momento si era diffusa la notizia di una sola vittima, Chris Hondros, 41 anni, fotogiornalista dell'agenzia Getty e finalista per l'edizione 2004 del premio Pulitzer. Ma l'Huffington Post ha accertato che uno dei due feriti, Andre Liohn, ha scritto sulla sua pagina di Facebook che nell'esplosione è rimasto ucciso anche Tim Hetherington, regista con una nomination all'Oscar, oltre che noto fotogiornalista di Vanity Fair. Hetherington, 41 anni, nato a Liverpool, girò lo scorso anno insieme a Sebastian Junger la pellicola sull'Afghanistan "Restrepo", che si aggiudicò il premio per il miglior film-documentario al Sundance film festival.
MONS. MARTINELLI: SI E' SCELTO LA GUERRA AL POSTO DELLA DIPLOMAZIA"Vi sono stati dei pregiudizi nei confronti della dirigenza libica e sono state prese delle decisioni in modo avventato... si è fatto ricorso alla guerra senza tentare la via diplomatica, mentre c'erano gli spazi. È questa la cosa che più mi è dispiaciuta". A dirlo è il vicario apostolico di Tripoli, mons. Giovanni Innocenzo Martinalli, in un'intervista all'agenzia vaticana Fides. Il presule ricorda che "in 40 anni di servizio in Libia posso dire che non abbiamo avuto problemi a servire la comunità cattolica presente in tutto il Paese". "Certamente - aggiunge - la crisi poteva essere evitata se si fosse offerta più attenzione alle esigenze dei giovani. Ma la guerra non risolve di certo una crisi sociale come questa. Anzi, rischia di creare una spirale distruttiva dalla quale è difficile uscire".
SARKOZY AI RIBELLI: INTENSIFICHEREMO RADI AEREIIl presidente francese Nicolas Sarkozy ha promesso d'intensificare i raid aerei contro le forze fedeli a Muammar Gheddafi nell'incontro avuto oggi all'Eliseo con Mustafa Abdel Jalil, il capo del Consiglio Nazionale Transitorio istituito dai ribelli per amministrare le aree liberate della Libia. Dal canto suo il presidente del Consiglio insurrezionale, reduce dall'analoga missione in Italia, ha reso noto di aver invitato Sarkozy a visitare quanto prima Bengasi, la 'capitalè della rivolta dove ha sede il governo-ombra.
ITALIA DARA' 10 ISTRUTTORI MILITARI A INSORTIL'Italia metterà a disposizione del Consiglio degli insorti in Libia 10 istruttori militari, così come farà la Gran Bretagna. Lo ha annunciato il ministro della Difesa, Ignazio La russa, spiegando che "questa decisione è stata assunta dopo un colloquio tra il presidente del Consiglio Berlusconi ed il premier britannico, David Cameron.
FRANCIA INVIA CONTINGENTE MILITARE A BENGASILa Francia ha inviato un "piccolo" contingente di ufficiali militari come supporto logistico a Bengasi, roccaforte dei ribelli. "La Francia ha inviato un piccolo numero di ufficiali che stanno svolgendo una missione di collegamento con il Consiglio Nazionale Transitorio", ha detto del ministero degli Esteri francese, Christine Fage. Ieri anche Londra aveva annunciato la spedizione di un contingente militare in Libia per aiutare gli insorti a migliorare la loro organizzazione logistica e le comunicazioni.
UE, ANCORA LONTANO VIA LIBERA A VENDITA PETROLIO INSORTIÈ ancora lontana una soluzione concordata a livello internazionale per l'ok alla vendita del petrolio da parte dei ribelli libici. Lo hanno riferito fonti Ue vicine all'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune Catherine Ashton. C'è infatti una "incertezza giuridica" che ha alla base lo status del Cnt libico, che dovrebbe essere riconosciuto come legittimo rappresentante del paese con una decisione Onu ma su cui, al momento, la comunità internazionale è "lontana dall'essere d'accordo".
«SE NATO FERMA RAID ELEZIONI ENTRO 6 MESI»Se la Nato ferma i raid aerei sulla Libia, il governo di Tripoli potrebbe organizzare elezioni entro sei mesi sotto supervisione Onu. Così, il ministro degli esteri libico, Abdelati al-Obeidi, in un'intervista rilasciata alla Bbc, precisando che potrebbe aprirsi un tavolo anche sulla leadership di Muammar Gheddafi. Obeidi ha poi criticato il progetto britannico di inviare consiglieri militari per addestrare gli insorti."Prolungherebbe la guerra", ha detto il minsitro. Ieri la Gran Bretagna aveva annunciato l'invio di uncontingente di militari in Libia per aiutare i ribelli a migliorare la loro organizzazione logistica e lecomunicazioni.
RAID AEREI NATO CONTRO STAZIONI RADIO-TELEVISIVEProsegue in Libia il martellamento delle reti delle telecomunicazioni da parte della coalizione multinazionale sotto comando Nato: secondo quanto denunciato dalla televisione di Stato 'al-Libiyah', le relative infrastrutture, e in particolar modo "le stazioni radiofoniche e televisive", sono state "sottoposte a bombardamenti in numerose città dagli aerei da guerra dei crociati colonialisti e aggressori". L'emittente non ha peraltro specificato dove siano avvenute le incursioni. Già ieri il vice ministro degli Esteri di Tripoli, Khaled Kaim, aveva reso nota la distruzione degli apparati per la telefonia mobile e fissa specialmente nel circondario di Sirte, luogo natale di Muammar Gheddafi. A sua volta il generale canadese Charles Bouchard, comandante in capo delle operazioni alleate, aveva annunciato una serie di attacchi aerei contro i centri di comando e controllo del regime.
RIBELLI CHIEDONO AIUTO VIA TERRA ALLA COALIZIONEI ribelli chiedono l'invio di truppe di terra per spezzare l'assedio lanciato dai lealisti a Misurata. Uno dei leader dei miliziani che combattono Muammar Gheddafi, Abdullah Nuri Abdullati, ha esortato Francia e Bretagna ad intervenire via terra sulla base di "principi umanitari". In precedenza, ha dichiarato Nuri Abdullati, "non abbiamo accettato alcun supporto di terra" delle truppe internazionali, ma "ciò valeva prima che Gheddafi usasse i razzi Grad e gli attacchi aerei. Ora, invece, è una questione di vita o di morte".
BIDEN: LA NATO NON HA BIDOGNO DEGLI USAIn Libia la Nato non ha bisogno degli Stati Uniti. Così, il vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden, convinto che la presenza di soldati americani sia più utile in altri teatri di guerra o di crisi, come l'Egitto e il Pakistan. In un'intervista al Financial Times, Biden ha ironizzato che che la Nato potrebbe assicurare le operazioni in Libia, persino se "un Dio onnipotente estirpasse gli Stati Uniti dalla Nato e cideponesse su Marte in modo da non farci partecipare" alle operazioni militari. Per il vicepresidente Usa non è possibile sostenere che "l'Alleanza e il resto del mondo non dispongono di risorse sufficienti per occuparsi della Libia". Il punto è "che altri paesi mancano di volontà, ma non è una questione di risorse".
MINISTRO ESTERI DI GHEDDAFI: INVIO CONSIGLIERI MILITARI GB NUOCE A PACEIl ministro degli Esteri del regime di Muammar Gheddafi, Abdelati Laabidi, ha reagito duramente all'annuncio, dato ieri dall'omologo britannico Willam Hague, secondo cui il Regno Unito manderà dodici dei propri consiglieri militari nella Libia orientale controllata dai ribelli: intervistato dalla Bbc, Laabidi ha bollato come nociva l'iniziativa, che a suo dire avrà l'unico effetto di pregiudicare le possibilità di arrivare alla pace nel Paese nord-africano e, anzi, prolungherà la durata dei combattimenti. "Noi riteniamo che ogni presenza militare sul nostro territorio costituisce un passo indietro", ha osservato il ministro degli Esteri di Tripoli, "mentre siamo certi che, se i bombardamenti si fermassero e ci fosse un reale cessate-il-fuoco, potremmo aprire un dialogo tra tutti i libici a proposito di ciò che essi vogliono: democrazia, riforme politiche, Costituzione, elezioni. Ciò però non si potrebbe fare con quanto sta accadendo adesso", ha ammonito. Hague dal canto suo aveva precisato che i consiglieri inviati ad assistere i rivoltosi non saranno coinvolti nel loro addestramento nè tanto meno in ipotetiche forniture di armi, ma si limiteranno a prestare loro assistenza per migliorarne gli aspetti organizzativi, le comunicazioni, la logistica e le forniture sanitarie, e a coordinare gli aiuti umanitari. "Non ci saranno stivali sul suolo libico nè vi si recheranno truppe da combattimento", aveva ribadito il capo della diplomazia di Londra. "Non ci sarà alcuna invasione da terra della Libia".
SEIF: SONO MOLTO OTTIMISTA, VINCEREMO Seif al Islam, figlio di Muammar Gheddafi, ha detto ieri sera in tv di essere "molto ottimista" e che il regime riuscirà a fare fronte all'insurrezione che divide il paese da due mesi. "Sono molto ottimista e noi vinceremo - ha detto durante una trasmissione sulla sua emittente Allibya -. La situazione evolve ogni giorno a nostro favore". Seif Al Islam ha aggiunto che il regime "non cercherà di vendicarsi" sugli insorti di Bengasi.