Armi chimiche dell'arsenale di
Muammar Gheddafi sarebbero finite nelle mani di milizie
libiche. È quanto rivela il sito del quotidiano arabo stampato
a Londra Asharaq al Awsat. Le armi, tra cui gas mostarda
(iprite) e il nervino sarin, sarebbero state trafugate dai
depositi nel deserto centrale e meridionale della Libia. Lo
riferiscono fonti militari libiche sottolineando il timore che
possano finire nelle mani dei jihadisti di Is.
La notizia, però, contrasta con quella della distruzione
totale dell'arsenale chimica del Colonello, terminata il 5
febbraio del 2014 come accertarono il direttore generale
dell'Organizzazione per la messa al Bando della Armi Chimiche
(Opwc), il turco Ahmet Uzumcu, e rappresentati di Usa, Germania
e Canada che fornirono assistenza tecnica alla Libia per
eliminare i pericolosi gas. Gas eliminati in una zona remota
del deserto libico a 640 chilometri a sud-est di Tripoli.
La distruzione delle armi. Lo stesso Gheddafi aveva iniziato a distruggere il suo
arsenale nel 2004, quando temendo di fare la fine di Saddam
Hussein strinse un accordo con Washington per porre fine al
suo programma per le armi di distruzioni di massa.
La Libia, ufficialmente, è senza
"armi chimiche" dall'anno scorso, anche se custodisce ancora
sostanze che possono essere trasformate in armamenti.L'annuncio che "la Libia è divenuta totalmente priva di armi
chimiche" era stato fatto il 4 febbraio scorso anno, al termine
di un processo di smantellamento iniziato nel 2004 quando il
Paese - all'epoca sotto il regime di Muammar Gheddafi - aderì
alla Convenzione sulle armi chimiche (Cac). In quell'anno la
Libia possedeva 24,7 tonnellate di iprite, e oltre 3.500 bombe
per aereo caricate con gas letali.
L'allarme sui gas "precursori". Lo scorso settembre però l'Organizzazione per la proibizione
delle armi chimiche (Opac), quella che per l'Onu ha monitorato
la distruzione delle armi chimiche siriane, fece sapere che la
Libia deve ancora smantellare il 60% dei suoi "precursori", le
sostanze che possono essere trasformati in armi chimiche.Si
tratta di 850 tonnellate di materiale che in gran parte, secondo
una richiesta della Libia, andrebbe portata fuori dal territorio
libico via nave, operazione diventata improponibile nell'attuale
situazione. Già all'epoca la richiesta di trasferire all'estero
le sostanze era stata motivata col rischio che cadessero in mani
sbagliate.L'esistenza di arsenali
segreti emerse con evidenza quando le autorità libiche al potere
a Tripoli dopo la rivoluzione che spodestò Gheddafi sorpresero
gli ispettori internazionali quando comunicarono di aver
scoperto alla fine del 2011 e all'inizio del 2012 due depositi
non dichiarati, per un totale di quasi due tonnellate di
materiale letale, in gran parte caricato su proiettili di
artiglieria.
Questa residua riserva di armi, ha rivelato il
New York
Times, venne distrutta tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014
grazie a un accordo segreto tra Stati Uniti e Libia.