sabato 5 marzo 2011
Le forze fedeli a Muammar Gheddafi hanno sferrato l'ennesimo attacco contro Zawiyah, la strategica località della Tripolitania situata soli 40 chilometri a ovest della capitale libica e finora in mano ai ribelli: lo hanno riferito alcuni abitanti, secondo cui la piazza centrale della città è martellata in dai carri armati dei governativi. Ieri il regime aveva rivendicato la presa di Zawiyah, ma poi fonti riservate avevano ammesso che vi rimanevano «sacche di resistenza».
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I ribelli libici continuano la loro avanzata verso ovest e, dopo aver conquistato il piccolo agglomerato costiero di Bin Jawad, puntano ormai direttamente su Sirte, la città natale di Gheddafi. "Abbiamo respinto le forze lealiste al di là di Bin Jawad, e faremo altrettanto a Sirte", ha ammonito sotto anonimato uno dei capi dei rivoltosi, un ufficiale dell'Esercito passato dalla parte dell'insurrezione. Un suo sottoposto, l'ex soldato governativo Ibrahim al-Atrashi, dal canto suo ha dichiarato che "in tre giorni sono circa settemila gli uomini avanzati verso il fronte" ovest.Tra le file degli insorti circolano voci su trattative in corso per un ingresso pacifico a Sirte, la cui veridicità non solo non ha trovato riscontri certi, ma appare altresì alquanto dubbia, dato l'elevato valore simbolico che il controllo della città ha per ambedue le parti contrapposte.Quanto alla tabella di marcia prevedibile per raggiungere lo strategico centro portuale, dipenderà dalla tempestività dell'arrivo di rinforzi, necessari perchè lungo la direttrice dell'avanzata dei ribelli è costante la ricognizione di velivoli dell'Aviazione governativa, ma anche dalle condizioni meteorologiche: sull'intera zona, fino a Ras Lanuf 60 chilometri più a est, dalla mattinata è infatti in corso una tempesta di sabbia.NUOVO ATTACCO DEI "LEALISTI" CONTRO ZAWIYAHLe forze fedeli a Muammar Gheddafi hanno sferrato l'ennesimo attacco contro Zawiyah, la strategica località della Tripolitania situata soli 40 chilometri a ovest della capitale libica e finora in mano ai ribelli: lo hanno riferito alcuni abitanti, secondo cui la piazza centrale della città è martellata in continuazione dai carri armati dei governativi. "Ne ho visti almeno venti", ha raccontato uno dei testimoni oculari. "Stanno impiegando anche i mortai", ha aggiunto un altro. Ieri il regime aveva rivendicato la presa di Zawiyah, ma poi fonti riservate avevano ammesso che vi rimanevano "sacche di resistenza".ONU: OLTRE 191MILA I PROFUGHIOltre 191.000 persone sono fuggite fino ad oggi dalle violenze in Libia e  circa 10.000 si stanno dirigendo verso la frontiera egiziana. Lo ha annunciato oggi l'Onu. L'Ufficio di coordinamento degli affari umanitari dell'Onu (Ocha) in un rapporto in cui si citano cifre dell'Organizzazione internazionale delle migrazioni Oim. fa sapere che "191.748 persone, in gran parte lavoratori immigrati hanno lasciato la Libia fino ad oggi". Nel rapporto, datato venerdì, si precisa che fino al giorno prima 104.275 persone si sono rifugiate in Tunisia, 85.000 hanno raggiunto l'Egitto e 4.000 l'Algeria.Ma la presa di controllo di punti di passaggio alla frontiera tra Tunisia e Libia da parte di forze fedeli a Muammar al Gheddafi ha rallentato il flusso di rifugiati, avverte l'Ocha. L'agenzia dell'Onu basandosi su cifre dell'Unhcr riferisce che della Tunisia devono ancora essere evacuate 12.500 persone, tra cui 10.000 cittadini del Bangladesh.Alla frontiera con l'Egitto ad al Saloum sono attese entro due o tre giorni 10.000 persone che sono in marcia all'interno della Libia.ALMENO 8 MORTI E 21 FERITI NELLA BATTAGLIA DI RAS LANUFÈ di almeno otto morti e 21 feriti tra gli insorti il bilancio della battaglia che ieri avrebbe permesso loro di impadronirsi dello strategico centro petrolifero di Ras Lanus, in Cirenaica: lo hanno riferito fonti sanitarie ad Agedabia, 200 chilometri più a nord, nel cui ospedale sono stati trasferiti i ribelli rimasti vittime dei combattimenti. I superstiti hanno rivendicato la vittoria, smentita invece dal regime, malgrado il rapporto tra le forze in campo a loro dire fosse di 10 a uno in favore dei governativi. Nel corso degli scontri alle porte di Ras Lanuf, hanno aggiunto, sono stati fatti prigionieri diversi lealisti. La versione ufficiale diffusa dalle truppe fedeli a Gheddafi nega comunque che la città sia caduta, così come che la vicina  Brega sia saldamente nelle mani dei rivoltosi: in entrambe le località si continuerebbe a combattere.GENERALE JEAN: SANZIONI ONU INEFFICACISi dice "scettico sull'efficacia delle sanzioni Onu alla Libia" il generale Carlo Jean, esperto di questioni internazionali e geopolitiche. "Non hanno alcun significato e non credo che preoccupino più di tanto Gheddafi. Mi sembrano più che altro un modo per l'Onu di dare un segno di vita e per lanciare un messaggio all'opinione pubblica"."Il blocco dei patrimoni e dei beni all'estero -spiega Jean- può colpire i fondi depositati in alcuni Paesi esteri ma non avrà effetti su quelli custoditi in altri mille paradisi fiscali intoccabili. Anche l'embargo delle armi alla Libia si rivelerà inefficace, perchè Gheddafi avrà comunque la possibilità di ricevere armamenti da qualche altro Paese africano. Insomma - conclude - le sanzioni si riveleranno un 'intervento per non intervenirè, un messaggio all'esterno privo di effetti pratici".TRIPOLI CHIEDE A CONSIGLIO ONU DI IMPEDIRE INTERVENTOLe autorità libiche chiedono in una lettera distribuita ai 15 paesi del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di adottare un atteggiamento di fermezza nei confronti degli "Stati che stanno minacciando di ricorrere alla forza  nel paese". "Tale azione - si legge nella missiva - contrasterebbe con la Carta delle Nazioni Unite e le norme del diritto internazionale sulla sovranità di uno stato ed il non intervento negli affari interni di quello stesso stato o sulla violazione della sua sicurezza ed integrità territoriale". Nella lettera si chiede inoltre che le sanzioni approvate dall'esecutivo Onu "vengano sospese in attesa che si accerti la verità" su quanto accaduto.
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