Le forze pro-Gheddafi sono vicine a Bengasi e "tutto sarà finito in 48 ore". Lo ha detto il figlio del leader libico, Saif al Islam. Intervistato da Euronews, rispondendo ad una domanda sulle discussioni della comunità internazionale per un'eventuale imposizione della no fly zone, Saif al Islam ha affermato che "Le operazioni militari sono terminate. Tutto sarà finito in 48 ore. Le nostre forze sono vicine a Bengasi. Qualsiasi decisione verrà presa, sarà troppo tardi"."Sarkozy è un pagliaccio. Coi soldi della Libia ha finanziato la sua campagna elettorale": lo dice il figlio di Muammar Gheddafi, Saif al-Islam, nell'intervista rilasciata alla tv Euronews. "Per prima cosa - continua Saif al-Islam - bisogna che Sarkozy restituisca alla Libia i soldi con cui ha finanziato la sua campagna elettorale. Siamo noi ad aver finanziato la sua campagna, abbiamo a disposizione tutti i documenti e siamo pronti a renderli pubblici. Ecco la prima cosa che chiediamo a questo pagliaccio: ridarci i soldi del popolo libico". "Ci hai deluso - continua il figlio di Gheddafi rivolto al capo dello stato francese - ridacci il nostro denaro. Abbiamo ogni dettaglio: conti bancari, documenti, operazioni di trasferimento e presto riveleremo tutto".L'aviazione governativa libica ha ripreso a bombardare Bengasi, seconda città del Paese e roccaforte degli insorti: lo ha riferito un ufficiale passato dalla parte della rivolta, colonnello Faradh al-Feytouri, contattato dall'emittente televisiva satellitare al-Jazira. A detta del colonnello, i raid hanno preso di mira soprattutto l'aeroporto. Il figlio di Gheddafi, Saif al Islam, che ha detto che le forze lealiste sono ormai vicine a Bengasi e "tutto sarà finito in 48 ore". L'offensiva contro la città di Musurata, a est di Tripoli, controllata dai ribelli, ha provocato almeno cinque morti e una decina di feriti. Lo ha riferito un portavoce dei rivoltosi.Gheddafi non può essere mandato via. È la "presa d'atto" della comunità internazionale di fronte all'evoluzione pro-rais della crisi libica, come riferisce il ministro degli Esteri Franco Frattini nella suaaudizione al Senato. Da parte della comunità internazionale, spiega Frattini, più che la rinuncia a cacciare Gheddafi c'è "la presa d'atto di ciò che la prudenza italiana ha sempre segnalato" di fronte alle "roboanti" richieste di bombardamenti, per esempio della Francia: "Cosa si va a bombardarè? Chi va a bombardarè?". Di fronte a questi interrogativi "si è fermata la comunità internazionale" con l'Italia, chiarisceil ministro, che comunque questa azione "non la voleva e non la poteva fare".