In un comunicato ufficiale il tenente colonnello Naresh Bhatt dell'Unifil ha affermato che a seguito delle prime indagini condotte dai caschi blu sul luogo degli scontri, «l'albero che stava per essere sradicato dall'esercito israeliano era situato a sud della Linea Blu» di demarcazione tra i due Paesi, quindi in territorio israeliano.«In quest'area - afferma Bhatt - il governo libanese ha posto riserve riguardanti la Linea Blu, così come il governo israeliano ha fatto in altre posizioni». La Linea Blu è stata tracciata dall'Onu nel 2000 ed indica la linea del ritiro israeliano dal Libano dopo 22 anni di occupazione. Il comunicato dell'Unifil ricorda comunque che «sia il Libano che Israele hanno confermato al segretario generale dell'Onu che, nonostante le loro riserve, soltanto le Nazioni Unite sono responsabili dell'identificazione della Linea Blu e che la rispetteranno come essa è identificata». L'Unifil afferma inoltre che continua a rimanere «in contatto con entrambe le parti per mantenere la situazione sotto controllo e assicurare che non ci sia violazione della Linea Blu in quell'area».
NUOVI SCONTRI, DOPO 30ANNIDopo oltre trent'anni gli eserciti israeliano e libanese sono tornati a confrontarsi direttamente e violentemente a ridosso della "Linea Blu" di demarcazione tra i due Paesi, mentre il movimento sciita armato Hezbollah è rimasto a guardare, pronto in ogni caso a intervenire in un prossimo conflitto mediorientale da più parti annunciato. Nessuno dei circa 2mila caschi blu italiani schierati in Libano nell'ambito della missione Onu (Unifil) è stato coinvolto negli scontri, avvenuti all'indomani di un oscuro lancio di razzi dal Sinai egiziano verso i porti israeliano di Eilat e giordano di Aqaba sul Mar Rosso. Due soldati (all'inizio sembrava tre) e un giornalista libanesi sono stati uccisi, investiti dall'esplosione di un colpo di mortaio sparato dagli israeliani nei pressi di Adaysse, località nel settore orientale del confine provvisorio tra i due Paesi. Un colonnello israeliano è stato invece colpito a morte nei ripetuti scontri a fuoco verificatisi lungo la strada che collega Adaysse a Kfar Kila e che costeggia il percorso militare israeliano. Tutto è cominciato intorno a mezzogiorno, quando alcuni soldati israeliani aiutati da una gru hanno tentato di sradicare alcuni alberi cresciuti a ridosso del reticolato elettrificato eretto da Tsahal dopo il ritiro dal sud del Libano nel 2000. Come ha affermato il comandante del contingente italiano dell'Unifil, il generale Giuseppenicola Tota, gli israeliani volevano eliminare gli arbusti per «installare delle telecamere» lungo la frontiera provvisoria, «sono intervenuti i soldati libanesi ed è cominciato lo scambio di colpi di arma da fuoco». La scaramuccia è poi degenerata in un più esteso attacco aereo e d'artiglieria israeliano alle postazioni libanesi sulle colline di Adaysse e Tayybe e in una prolungata sparatoria lungo la strada Adaysse-Kfar Kila. In alcuni tratti la Linea Blu è sovrapposta al segmento del reticolato israeliano, mentre altrove i due tracciati sono distanti fino a qualche decina di metri fra loro. A Beirut sostengono che i militari israeliani hanno superato la "Linea Blu" e che quindi hanno violato la risoluzione Onu n.1701, con cui erano state interrotte le ostilità nell'agosto 2006. Da Israele affermano invece che la loro pattuglia è rimasta all'interno del territorio da loro controllato, che l'attività di stamani era stata concordata con la missione Onu e che era persino coordinata con i caschi blu. Dal comando centrale di Unifil per ora non si pronunciano nè sull'esatta posizione della "Linea Blu" in quel settore nè se l'azione israeliana fosse in effetti concordata. In attesa di chiarimenti, rimane il fatto che nelle tre ore di combattimenti, durante i quali Israele ha impiegato caccia F-16 ed elicotteri Apache, i guerriglieri del movimento sciita filo-iraniano Hezbollah non sono intervenuti. Un segnale che ha dato ragione a chi aveva escluso un immediato allargamento della tensione. Il Partito di Dio ha comunque voluto dimostrare che era presente sulla scena da osservatore privilegiato, quando la sua tv, al Manar, ha diffuso per prima la notizia della morte di un ufficiale israeliano, caduto in territorio libanese, confermata solo ore dopo da Tel Aviv. Per recuperare il suo corpo e quello di altri feriti, l'esercito israeliano si era rivolto in arabo e con altoparlanti ai militari di Beirut, chiedendo di cessare il fuoco. Sia il Libano che Israele hanno protestato formalmente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite accusandosi a vicenda e assicurando che non tollereranno nuove aggressioni alle loro rispettive sovranità. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sta affrontando in una riunione a porte chiuse la questione degli scontri verificatisi in queste ore tra forze israeliane e libanesi alla frontiera tra i due Paesi. La riunione, convocata su richiesta del Libano, membro non permanente, è presieduta dalla Russia.