lunedì 6 maggio 2013
Il Bangladesh non si è ancora ripresa dalla immane tragedia del crollo del palazzo adibito a fabbriche tessili (il bilancio è salito a 610 morti), quando scoppia un nuovo focolaio di tensione. Ieri violenti scontri tra polizia e militanti islamisti sono scoppiati nella capitale Dacca, con 29 morti. Gli estremisti chiedono una legge che punisca in modo più severo la blasfemia.
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È di almeno 29 morti, tre dei quali poliziotti, e centinaia di feriti il bilancio degli scontri tra la polizia e islamisti a Dacca, in Bangladeh. Lo hanno riferito fonti mediche e della polizia. Gli agenti hanno usato granate stordenti, idranti, gas lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere il sit-in di almeno 70.000 militanti islamici accampati nel distretto commerciale di Motijheel per chiedere una nuova legge sulla blasfemia.I disordini erano cominciati domenica pomeriggio, quando 200.000 militanti e simpatizzanti del gruppo radicale Hefajat-e-Islam avevano marciato nel centro della capitale e occupato sei autostrade invocando pena di morte per gli atei.Nella notte i manifestanti hanno attaccato i poliziotti con sassi, mattoni e canne di bambù e ne è seguita una lunga battaglia terminata solo questa mattina. Negli scontri sono stati esplosi molti colpi d'arma da fuoco e un agente è stato decapitato dalla folla con un machete. Un nuovo focolaio di tensione, dunque, quando il Bangladesh non si è ancora ripreso dalla immane tragedia del crollo dell'edificio di 8 piani che ospitava cinque fabbriche tessili. Il bilancio delle vittime continua a salire, con il ritrovamento di altri corpi sotto le macerie: Le squadre di soccorso che da giorni scavano nelle macerie domenica hanno recuperato altri 60 corpi, portando a 610 la conta delle vittime. Ma il bilancio non è considerato ancora definitivo visto che ci sono ancora molte persone che lavorano nelle fabbriche dichiarate disperse. I feriti sono oltre 2400.
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