La Farnesina intanto «sconsiglia i viaggi in tutto il Paese» e invita i turisti italiani in vacanza sul Mar Rosso a non muoversi dai villaggi, «evitando escursioni nell’interno e nelle città». Indicazioni non abbastanza chiare per gli operatori turistici: secondo alcune testimonianze, alcuni tour operator non rimborsano chi vuole rinunciare, «perché l’Italia non ha formalmente chiuso le rotte». La paura è aumentata dopo che ieri si sono svolte marce dei sostenitori di Morsi a Hurghada, dove si trovano migliaia di italiani. Non si sono registrati scontri ma la tensione è stata forte.
Il caos egiziano è dunque al centro della telefonata tra il presidente del consiglio Enrico Letta e il presidente François Hollande: «Francia e Italia convengono sul fatto che la crisi abbia ormai passato il limite – riferisce lo stesso Letta – e che il livello di violenza e repressione sia divenuto inaccettabile ». Per Roma e Parigi bisogna «assicurare urgentemente il rispetto dei diritti umani e la ripresa del dialogo». Come? Per Letta e Hollande è «impellente e necessario un rinnovato e forte impegno dell’Ue con un’azione coesa dei ministri degli Esteri». Grande preoccupazione anche nelle parole del ministro degli Esteri. Emma Bonino parla di «uso brutale ed inaccettabile della forza da parte delle autorità» e di «preoccupante quadro di violazioni dei diritti umani, che contrasta fortemente – sottolinea il ministro – col dovere fondamentale del governo e dell’esercito di proteggere i propri cittadini e di garantire la sicurezza di tutti i luoghi di culto». Così «si allontanano le prospettive di riavvio del processo di transizione verso nuovi assetti democratici». La Farnesina invita anche la Fratellanza musulmana ad «agire con forza per fermare le derive oltranziste e settarie». Bonino esorta dunque l’Europa a far sentire «la sua voce in maniera coesa ed autorevole» e auspica «una riunione straordinaria del Consiglio affari esteri dell’Ue».
L’Italia intanto ha bloccato le esportazioni di armi: «È questa la linea da proporre all’Europa», ribadisce il vice-ministro degli Esteri Marta Dassù che ricorda il Consiglio politico d’emergenza della Ue convocato a Bruxelles per lunedì, cui seguirà una riunione ad hoc del Consiglio per gli affari esteri. Il nostro Paese finora è stato, dopo gli Usa, uno dei primi fornitori di armi. L’allarme italiano infastidisce il governo provvisorio egiziano. Il portavoce del ministero degli Esteri, Badr Abdellatty, condivide lo sgomento di Roma «perché il sangue versato è sangue del popolo egiziano, sostenitori di Morsi o forze dell’ordine». Ma replica: «Nessun governo italiano avrebbe accettato sit-in armati sul suo territorio».