Sono stati accompagnati in un centro di prima accoglienza i 44 migranti intercettati ieri sera su una barca a vela da un pattugliatore della Guardia di Finanza, a circa 6 miglia dalle coste siracusane. Gli extracomunitari, tra i quali vi sono 11 donne, due delle quali incinte, e sette bambini, sono di nazionalità turca, siriana e irachena. L'imbarcazione, un motoveliero di circa 12 metri, è stata scortata fino al porto di Siracusa e posta sotto sequestro. Nel corso dell'operazione, coordinata dal Gruppo aeronavale della Guardia di Finanza di Messina, sono stati fermati anche i due presunti scafisti. Indagini sono in corso per risalire agli organizzatori del traffico di immigrati.
E' stato individuato il barcone del quale da diversi giorni era stata segnalata l'avvenuta partenza dalle coste libiche. La situazione è attualmente sotto controllo, costantemente monitorata dalla Centrale Operativa delle Capitanerie di porto. Lo riferisce la Guardia Costiera. Il barcone si troverebbe ancora in acque non di competenza italiana e, secondo quanto si apprende, sarebbe diretto verso le nostre coste. I movimenti dell'imbarcazione vengono comunque costantemente seguiti dai mezzi navali che si trovano nel Canale di Sicilia e dalla centrale operativa delle Capitanerie di porto. Il barcone con a brodo 330 eritrei partito dalla Libia nei giorni scorsi sarebbe stato individuato ad una trentina di miglia a nord di Tripoli. L'imbarcazione, secondo quanto si apprende da fonti a Lampedusa, sarebbe stato intercettato da una nave militare, di cui, però, ancora non è stata resa nota la nazionalità.
L'Unione Europea e i suoi paesi sono "pronti a dimostrare la loro concreta solidarietà" agli stati più direttamente investiti dai movimenti migratori e a fornire il necessario sostegno in base all'evoluzione della situazione''. E' quanto si legge nella bozza delle conclusioni del Consiglio Europeo che questa mattina sul tavolo dei leader dei 27. La Commissione Europea, si legge nel testo, preparera' un piano per la gestione dei flussi degli immigrati e dei rifugiati prima del Consiglio Europeo di giugno. Inoltre si lavorera' per raggiungere un accordo sul rafforzamento della capacita' operativa di Frontex entro giugno.
I ministri degli Interni e degli Esteri, Roberto Maroni e Franco Frattini, sono giunti a Tunisi per una serie di incontri istituzionali con l'obiettivo di frenare gli sbarchi di tunisini verso Lampedusa (circa 15 mila nei primi tre mesi dell'anno). Frattini e Maroni incontreranno il premier tunisino Beji Caid Essebsi ed altri ministri. L'obiettivo è tornare in Italia con un'intesa che preveda il ripristino dei controlli di polizia alle frontiere marittime - ora praticamente azzerati - ed avviare i rimpatri dei migranti già sbarcati. I due ministri sono pronti a mettere sul piatto aiuti economici, uomini e mezzi (motovedette, apparecchiature, radar, etc.), nonché un'adeguata quota di ingressi legali. Non sarà tuttavia agevole ottenere impegni vincolanti dalle autorità tunisine: il governo in carica è infatti transitorio in attesa delle elezioni previste per il prossimo luglio.E' arrivata di nuovo a Lampedusa nave S.Marco, l'unità anfibia della Marina utilizzata in questi giorni per portare via da Lampedusa gli immigrati. La S.Marco dovrebbe imbarcare circa 400 immigrati, che potrebbero essere portati in Puglia, nella tendopoli che i vigili del fuoco stanno allestendo a Manduria. Sull'isola, intanto, restano ancora più di quattro mila immigrati, anche se nella notte appena trascorsa non ci sono stati sbarchi.
Lo ha detto il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza sulla Libia. Finora, ha riferito Ban Ki-moon nel suo intervento al Consiglio di Sicurezza, il Palazzo di Vetro ha contato 335.658 che "hanno lasciato la Libia dall'inizio della crisi". Oltre a costoro, secondo stime dell'Onu altri 9 mila migranti rimangono bloccati ai confini del Paese con l'Egitto o con la Tunisia.