giovedì 4 marzo 2010
Sull’isola di Orrego solo otto persone si sono salvate arrampicandosi su un albero. Il sottosegretario Gallo: il mare si è portato via i corpi dei turisti. Nelle regioni di Maule e Bio Bio resta in vigore il coprifuoco. Dispiegati 14mila soldati. Prime polemiche sui soccorsi. Bachelet in lacrime: abbiate fiducia, ma i morti aumenteranno.
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Mentre il numero dei morti ufficialmente registrati ha superato proprio ieri quota 800, il Cile del post-terremoto continua a confrontarsi con il grave problema dei tumulti e la paura di nuove scosse. Ieri sera a Santiago la terra ha tremato nuovamente per due volte. La situazione rimane particolarmente tesa nelle aree più colpite dal sisma di 8,8 gradi della scala Richter che sabato scorso ha travolto il Paese: le regioni di Bio Bio e soprattutto di Maule.In questa area, dove sono situate Constitucion (la località più vicina all’epicentro) e Concepcion (la seconda città cilena dopo la capitale Santiago) il coprifuoco continua e la presenza dei militari è stata ulteriormente rinforzata con un totale di 14mila uomini. La soglia della tolleranza della popolazione di fronte al disastro e al tempo che passa, diminuisce: accuse per i soccorsi che non sono mai abbastanza, accuse per il ritardo con cui arrivano, accuse perché le autorità non si impegnano di più: «Il governo ha le sue belle responsabilità – sostiene il giornalista Pablo Granda, reporter del gruppo editoriale La Tercera –. Come si spiega che i soccorsi provenienti dalla Bolivia sono arrivati prima di quelli del nostro governo?». Solo ieri il governo cileno, dopo aver constatato che le strade, danneggiate dal terremoto, non permettevano un rapido invio degli aiuti via terra, ha deciso di far decollare 50 aerei con un carico di 300 tonnellate di aiuti. Troppo tardi, troppo pochi, secondo la popolazione esasperata di Concepcion, che continua a fare la fila nei supermercati e a convivere con atti di sciacallaggio: si contano già 147 arresti per il mancato rispetto del coprifuoco. Intanto vengono a galla storie di sopravvivenza quasi incredibili. Lo tsunami di domenica scorsa, che ha colpito la zona costiera con una violenza che il governo non aveva previsto, ha tra le altre cose completamente travolto la piccola isola di Orrego, situata al largo di Constitucion. Sull’isola in quel momento c’erano 300 persone. Se ne sono salvate solo otto, che sono riuscite a sfuggire alla violenza del maremoto arrampicandosi sugli alberi. «La maggioranza delle persone non ha avuto nemmeno il tempo di scappare dalle ondate dello tsunami – ricorda la studentessa Carol Catalan, una degli otto sopravvissuti –. Alcuni hanno tentato di salvarsi saltando sulle barche del porticciolo, altri al contrario, vedendo il mare gonfiarsi, si sono gettati sulla spiaggia. Ma per quasi tutti non c’è stata via di scampo». Il maremoto ha sorpreso persino il pompiere che, dalla torre del faro, doveva dare l’allarme in caso di tsunami. La torre è crollata all’improvviso in pochi secondi e nessun allarme è stato lanciato alla popolazione. Ora nella zona di Constitucion e in tutta l’area costiera ci si aspetta di trovare non decine ma centinaia di cadaveri. I dispersi sarebbero infatti circa 300. «I corpi che il mare porta via riemergono dopo 6-8 giorni. Sarà macabro quel che dico, ma abbiamo la necessaria dotazione di camion frigoriferi per raccogliere i corpi ed evitare che imputridiscano», ha spiegato il super assessore della presidenza Viera Gallo. Tracciando un bilancio della situazione, Viera Gallo ha inoltre sottolineato come molti dei morti siano i turisti presenti nella costa del centro-sud nel momento del sisma, i quali – a differenza della gente del luogo – non conoscevano le stradine e i percorsi migliori per scappare di fronte all’imminente arrivo dello tsunami.Nella vicina Concepcion, intanto, stanno terminando gli scavi tra le macerie del più grande di tutti gli edifici distrutti dal terremoto di sabato: un palazzo di 15 piani nel quale erano presenti al momento del sisma un centinaio di persone. All’appello mancano ancora 40 nomi ma proprio ieri mattina i vigili del fuoco hanno estratto dalle macerie 79 persone ancora in vita.Nonostante le critiche della gente esasperata e il mancato allarme per lo tsunami di domenica scorsa, l’opinione generale è che comunque il governo cileno si sia mosso con forza e senza risparmiare sforzi. «Abbiate fiducia, stiamo lavorando per arrivare nei posti più lontani nel nostro Paese»: senza nascondere la propria commozione, il presidente Michelle Bachelet ha così concluso un’intervista ad un’emittente radio. «Credo che il numero dei morti aumenterà, visto quanto ho visto sul terreno. Nel caso dello tsunami, il mare sta restituendo ora i corpi, e in qualche caso non li restituirà mai», ha detto la Bachelet.«Sono una donna molto forte, ma non mi sono data tempo per il dolore», ha precisato il capo dello Stato uscente, che al termine di una lunga intervista a Radio Cooperativa si è commossa ed ha per un attimo ceduto alle lacrime. «Abbiate comprensione, anche a causa della geografia del nostro Paese non riusciamo ad arrivare dappertutto. Il nostro governo sta facendo sforzi enormi», ha concluso la Bachelet rivolgendosi a «todos los chilenos».
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