giovedì 4 luglio 2024
La Casa Bianca smentisce l'ipotesi di un passo indietro del presidente ma l'ipotesi cresce anche all'interno del Partito Democratico. Ma chi potrebbe subentrargli? E con quali possibilità?
Un momento del dibattto tv tra Trump e Biden

Un momento del dibattto tv tra Trump e Biden - Reuters

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Visto il rovinoso esito del confronto tv dello scorso 28 giugno con Donald Trump, Joe Biden starebbe valutando se continuare o no la corsa per la riconferma alla Casa Bianca. Lo scrive il New York Times, secondo il quale l’avrebbe rivelato lo stesso presidente parlando con un suo collaboratore. Immediata però la smentita dell’entourage di Biden. Dura la reazione del portavoce della Casa Bianca Andrew Bates che boccia l’articolo del New York Times come «assolutamente falso». L’ipotesi di una rinuncia però cresce anche all’interno del Partito Democratico. Ecco qualche domanda e risposta per saperne di più.

È possibile sostituire Biden?
Le regole del partito democratico rendono molto difficile, ma non impossibile, sostituire un candidato senza il suo consenso. Farlo equivarrebbe a ribaltare i risultati delle primarie, durante le quali la stragrande maggioranza degli elettori democratici ha votato per Joe Biden, che ha vinto quasi il 99% dei delegati. Ma proprio perché sono i delegati — leader del partito a vario livello che sono attribuiti ai candidati in base alle preferenze ricevute alle urne — e non direttamente gli elettori, a scegliere il vincitore, loro stessi possono decidere di votare per qualcun altro durante la convention del partito. Ma non è chiaro come potrebbero mettersi d’accordo. Più probabilmente, se Biden dovesse ritirarsi o essere spinto da parte prima della sua nomina formale prevista per agosto, si creerebbe una situazione di tutti contro tutti tra i democratici.

Perché Harris ha poco gradimento?
Competenza e sicurezza non sono stati i temi prevalenti della vicepresidenza di Kamala Harris e il suo gradimento polare lo riflette. A essere soddisfatti del loro vicepresidente sono circa il 35% degli americani — in aumento rispetto al 32% dello scorso anno. La percentuale di coloro che non amano la vicepresidente è la più alta nella storia americana. Il suo primo anno di lavoro è stato caratterizzato da scivoloni verbali, grosso turnover del personale, passi falsi politici e nessun risultato tangibile. Tanto che Biden dovette rilasciare una dichiarazione in cui insisteva di aver fiducia in lei. Ma la reputazione di Harris non si è mai ripresa del tutto. Non ha aiutato che Biden le abbia affidato la gestione delle politiche sull’immigrazione, un tema spinoso sul quale Harris non ha fatto progressi.

Chi sono i possibili sostituti?
Oltre a Kamala Harris, almeno due importanti potenziali sostituti di Biden – il governatore dell’Illinois J.B. Pritzker (il miliardario erede degli Hyatt Hotels distintosi per i suoi insulti taglienti contro Trump), e il governatore della California Gavin Newsom – hanno affermato di voler rimanere al fianco del presidente. Ma le voci continuano a correre. Oltre ai due si parla anche della governatrice del Michigan Gretchen Whitmer, che è diventata una stella del partito democratico dopo che Trump l’ha chiamata «quella donna del Michigan». In lizza anche un altro governatore, Josh Shapiro della Pennsylvania, ex procuratore generale dello Stato noto come un leader misurato che enfatizza i compromessi bipartisan. Infine Il ministro dei Trasporti Pete Buttigieg e i senatori Cory Booker del New Jersey e Amy Klobuchar del Minnesota.

Michelle Obama è un’opzione o no?
In base ai sondaggi, Michelle Obama è l’unico rappresentante del partito democratico in grado di sconfiggere Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca. Un rilevamento Reuters e Ipsos ha confermato ieri che l’ex first lady batterebbe Trump di dieci punti percentuali, mentre nessun altro contendente potrebbe vincere contro il repubblicano. Ma la moglie del primo presidente nero della storia americana ha ancora una volta respinto le richieste di scendere in campo. «Come l’ex First Lady ha espresso più volte nel corso degli anni, non si candiderà alla presidenza — ha detto ieri il suo portavoce —. Michelle intende sostenere la campagna di Biden, concentrandosi sull'affluenza alle urne». Nonostante i ripetuti rifiuti, la popolarità di Michelle continua a crescere.


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