GENNAIO 2011: TAHRIR ESPLODE La rivoluzione egiziana inizia il 25 gennaio 2011: il moto di protesta, imperniato sul desiderio di rinnovamento contro il trentennale regime del presidente Hosni Mubarak, inizia con mezzi pacifici, ma ha poi conosciuto sviluppi violenti, sfociando in aspri scontri di piazza. L’ 11 febbraio 2011 Mubarak si dimette, il potere viene preso dai militari. Il 13 aprile 2011 l’ex presidente è posto in custodia cautelare per 15 giorni, accusato di corruzione e appropriazione indebita. Il 2 giugno 2012 Mubarak viene condannato all’ergastolo per avere ordinato di sparare sui manifestanti durante i giorni precedenti alla sua caduta. Il 17 giugno 2012 si tiene il ballottaggio per le presidenziali: Mohammed Morsi, esponente dei Fratelli musulmani, ottiene il 51,7% dei voti contro il 48,3% dell’ex generale ed ex premier Ahmed Shafik. Il 2 agosto 2012 viene formalizzato il nuovo governo: ne fanno parte 35 ministri, oltre al premier Hisham Kandil. Il 22 novembre 2012 il presidente Morsi blinda i suoi poteri, ridimensionando quelli della magistratura. D’ora in avanti le dichiarazioni costituzionali e le decisioni del primo presidente islamico eletto direttamente in Egitto saranno inappellabili davanti ai giudici. Il 23 novembre decine di migliaia di persone a piazza Tahrir protestano contro le mosse del presidente, dando il via a una nuova ondata di tensione.