LO SLOGANIl titolo della Convention è «A Better Future», un futuro migliore. Ogni singola sessione dei lavori avrà poi uno slogan specifico. Domani «We Can Do Better» (noi possiamo fare meglio), martedì «We Built it», l’abbiamo costruito noi (il Paese), mercoledì «We Can Change it», possiamo cambiarlo. E giovedì, per la giornata conclusiva, lo slogan sarà quello che ha accompagnato Romney alle primarie: «We Believe In America», crediamo nell’America.
SANITA'Abolizione immediata dell’Obamacare, la riforma varata da Obama nel 2010 e di recente promossa dalla Corte suprema. Privatizzazione dell’attuale programma pubblico di Medicare, l’assistenza pubblica per gli over 65, trasformandolo in un sistema di voucher messi sul mercato dalle compagnie assicurative; questo per ridurre la spesa di oltre 5 trilioni di dollari ed evitare gli sprechi. Obiettivo: ridurre le tasse a chi guadagna di più e azzerare il deficit pubblico nel 2040.
ABORTONel paragrafo «santità e dignità della vita umana» il partito afferma che i bambini non nati godono del diritto fondamentale alla vita. Il partito propone un emendamento alla Costituzione Usa che chiarisca che la protezione è estesa ai bimbi non nati. No anche l’uso di fondi pubblici per promuovere o praticare aborti o finanziare gruppi che lo praticano; invita inoltre il presidente a nominare giudici che rispettino i valori tradizionali della famiglia e la santità della vita. E si oppone a eutanasia e suicidio assistito.
DEFICITL’obiettivo che il partito repubblicano si pone è quello di tagliare la spesa pubblica tranne che per il settore della difesa. Non aumentare le tasse sulla “middle class”, mantenendo gli sgravi fiscali sulla fascia di popolazione più benestante. Un tema che è stato al centro anche di quattro anni di battaglie contro Barack Obama della maggioranza repubblicana del Congresso. No alla “Buffet Rule” invocata dalla Casa Bianca per far pagare più tasse ai più ricchi.
IMMIGRATIIl partito conservatore dice sì alla controversa legge anti-irregolari approvata dall’Arizona (finita anche all’esame della Corte suprema), secondo cui un poliziotto può controllare i documenti a un passante sulla base del suo viso o del suo accento straniero. «Questo tipo di leggi – sostiene il programma del Gop (Grand Old Party) – va incoraggiato, non attaccato»: un passaggio che è stato approvato con l’80 per cento dei consensi.