sabato 29 ottobre 2011
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Dopo oltre trecento anni un sovrano britannico potrà sposare un cattolico. Ieri dall’Australia la regina Elisabetta II ha dato l’annuncio mettendo così fine a «un’anomalia storica», come l’ha definita il primo ministro David Cameron, stabilita nel 1701 dall’Atto di Successione. Le 16 nazioni del Commonwealth hanno infatti raggiunto un accordo che cancellerà le leggi che impedivano alle figlie primogenite o a chiunque fosse sposato con una persona di confessione cattolica di poter essere l’erede al trono britannico.Cameron ha detto che le regole in vigore «non avevano più alcun senso per nessuno di noi». «Metteremo fine alla regola della primogenitura maschile – ha detto al meeting dei leader del Commonwealth a Perth – così che in futuro l’ordine della successione sarà determinato solo dall’ordine di nascita. Tanto per capirci, se William e Kate avranno una bambina questa sarà la nostra regina». E ha proseguito: «Siamo inoltre d’accordo a cancellare la regola in base alla quale nessuno che abbia sposato un cattolico può diventare monarca».Per andare avanti con le riforme in Gran Bretagna, il leader aveva bisogno del via libera di tutte le altre nazioni del Commonwealth che oltre a Canada, Australia e Nuova Zelanda includono anche un gruppo di Paesi dei Caraibi e del Pacifico. Dall’Act of Settlement del 1701 uno dei membri più importati della famiglia reale ad aver rinunciato alla linea di successione è stato il cugino di Elisabetta, il principe Michael of Kent, quando nel 1978 sposò la baronessa cattolica Marie Christine von Reibnitz. Era quindicesimo nella linea di successione. E solo un membro della famiglia reale si è convertito al cattolicesimo dal 1701: si tratta della Duchessa di Kent.La legge è ormai così datata che gli stessi membri della famiglia reale la considerano tale da tempo. Nel 1995 il Times scrisse che il principe Carlo, attualmente primo in linea di successione al trono seguito dai principi William e Harry, confessò all’allora leader del partito laburista Tony Blair, dopo aver partecipato ai funerali del premier israeliano Yitzhak Rabin, che i cattolici dovrebbero avere il diritto di ascendere al trono. «Non vedo perchè – disse – non possiamo avere un re o una regina cattolici». E già nel 1998 la Camera dei Lord fu informata che Elisabetta II non aveva alcuna obiezione che nel determinare la linea di successione «figlie e figli dovrebbero essere trattati allo stesso modo». La riforma dell’Atto bolliva in pentola dunque da tempo. L’ex primate della Chiesa Cattolica in Inghilterra e Galles, il Cardinale Murphy-O’Connor fu molto chiaro qualche anno fa quando disse di non capire il perché il principie William, poi diventato il Duca di Cambridge, «potrà sposare una persona di religione hindu, buddista, di qualsiasi religione possibile e immaginabile ma non cattolica». Ma se con la riforma approvata ieri si sono fatti alcuni progressi, l’opposizione a un monarca cattolico è ancora molto forte in patria. La “paura” più grande è, per molti osservatori, che questo alla fine dovrà pur sempre rispondere e giurare fedeltà al Papa.
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