Alla fine di una maratona
trascinatasi nella notte, l'accordo sulla Siria a Monaco viene
raggiunto, le ostilità dovranno cessare entro una settimana e
gli aiuti umanitari dovranno poter accedere in alcune zone
"subito", entro il weekend: lo prevede il documento
approvato dall'International Syria Support Group (Issg).
È l'esito di una difficile giornata di trattative, tenute
all'Hilton alla presenza di delegazioni di 17 stati, segnate da
uno scontro, inizialmente, proprio sul cessate il fuoco. I
membri dell'Issg si impegnano a esercitare la loro influenza per
una immediata e significativa riduzione delle violenze che porti
alla fine delle ostilità in tutta la nazione entro una
settimana, si legge nell'atto finale. "Siamo lieti di dire che è
stato raggiunto un accordo a Monaco, che ci sono stati dei
progressi e che questo migliorerà la vita quotidiana dei
siriani", ha detto John Kerry, presentando il documento.
Oggi l'Onu riunirà alle 16 una task force, composta da membri
di Paesi dell'Issg (anche l'Italia) per un piano delle Nazioni
unite sugli interventi umanitari. La giornata si era aperta,
invece, con la contrapposizione di due fronti: i russi che si
sono detti disposti a una tregua per il primo marzo, e Usa ed Ue
che hanno chiesto lo stop immediato ai combattimenti. Mentre
Riad fa sapere che la decisione di inviare le truppe è
irreversibile. L'Arabia Saudita è "pronta" a combattere nella
coalizione anti-Isis a guida Usa, ha detto il portavoce della
coalizione a guida saudita che combatte nello Yemen, Ahmed Al
Assiri. Infine, il segretario alla Difesa Usa, Aston Carter, ha
presentato a Bruxelles il piano dettagliato per la nova fase
della campagna contro Isis in Siria e Iraq, che si concentra
soprattutto sulla riconquista di Mosul e Raqqa. Carter ha
chiesto agli alleati di aumentare i contributi effettivi alle
operazioni entro un mese.
"Abbiamo preso degli impegni a dicembre, impegni per
facilitare la tregua, impegni per gli accessi umanitari e per i
colloqui. E questi impegni vanno realizzati subito", ha detto
l'alto rappresentante per gli Affari esteri dell'Ue Federica
Mogherini a Monaco, prima di incontrare all'Hilton il ministro
degli Esteri russo Sergey Lavrov e l'inviato speciale dell'Onu
per la Siria, Staffan de Mistura, a margine dei lavori della
conferenza speciale che si tiene alla vigilia del tradizionale
appuntamento sulla Sicurezza.
Anche L'Italia ha ribadito di non vedere una soluzione nel
conflitto militare: "La tregua deve essere immediata, o almeno
molto rapida. Abbiamo visto che il passare dei giorni e delle
settimane complica la situazione", ha detto il ministro Paolo
Gentiloni incontrando la stampa italiana a margine dei lavori.
"L'escalation militare russa degli ultimi 15 giorni non ha certo
risolto la crisi politica e quella umanitaria in Siria. Quindi
noi ci rivolgiamo a Mosca anche con un appello a condividere
un'ipotesi di cessate il fuoco e di un atteggiamento più
costruttivo. Senza un atteggiamento costruttivo della Russia,
del resto, è difficile arrivare a al cessate il fuoco".
Il leader dell'opposizione siriana Riad Hidschab, capo del
comitato delle Trattative, ha chiesto dal canto suo che "Assad e
i suoi sostenitori fermino gli attacchi contro la popolazione".
Parlando alla stampa all'Hilton, dove si tengono i lavori, ha
detto che "gli attacchi a scuole, stazioni sanitarie e quartieri
residenziali devono finire".
Nella giornata del vertice che vede 17 Stati attorno al
tavolo, a margine della conferenza della Sicurezza di Monaco che
inizierà oggi, vengono resi noti anche alcuni dati inquietanti
sulla guerra civile siriana: l'11,5% della popolazione sarebbe
rimasto ucciso o ferito nel conflitto che dura ormai da 5 anni,
stando allo studio del Syrian Centre for Policy research, citato
dal Guardian.
Ed è stato il ministro degli Esteri francese, da oggi ex,
Laurent Fabius, a citare proprio questi dati per un ennesimo
attacco al regime: "Assad è responsabile della morte di 260 mila
persone. La metà della popolazione ha dovuto lasciare la casa.
L'obiettivo è avere una Siria libera, dove ognuno, qualunque
sia la sua religione o etnia, possa sviluppare le proprie idee.
Con Assad è quasi impossibile". Le opposizioni siriane in esilio rifiutano con forza la proposta per un cessate il fuoco entro una settimana in Siria avanzata nella notte da Usa e Russia. Riad Hijab, presidente dell'Alto consiglio dell'opposizione siriana, la delegazione incaricata di condurre i colloqui mediati dall'Onu con il governo di Damasco, ha affermato che "nessun accordo è possibile fino a quando rimarrà i carica il presidente (Bashar) al Assad e rimarranno in Siria i Pasdaran (iraniani)".