La rabbia dei drusi israeliani,
angosciati per la sorte dei loro fratelli in Siria minacciati
dall'avanzata jihadista, si è scatenata sulle alture del Golan
contro un'ambulanza militare israeliana che trasportava due
combattenti siriani feriti nella vicina guerra civile,
uccidendone uno e lasciando in gravissime condizioni l'altro. Un gesto che è stato prontamente condannato dal premier
israeliano Benyamin NetanyahuIl premier, nella tarda serata di lunedì, ha detto che "non
permetteremo a nessuno di farsi la legge da solo e di ostacolare
i militari di Israele che compiono il loro dovere", invitando i
drusi ad "agire subito per calmare la tensione".
Il "dovere" a cui si riferisce nel caso specifico Netanyahu è
il servizio di soccorso dei feriti nel conflitto siriano
compiuto da diversi mesi dai militari israeliani al confine,
cioè dal Golan.Ed è proprio nella zona di confine, dove vive il
grosso della comunità drusa - che serve regolarmente
nell'esercito a fianco degli ebrei ed ha parlamentari nella
Knesset - che lunedì sera si è scatenata la rabbia:
l'attacco con
pietre e altre armi nel villaggio druso di Majdan Shams, dal
quale si vede il territorio siriano, contro un'ambulanza
militare quando s'è diffusa la voce che trasportava dei
miliziani feriti. Uno dei miliziani è morto per le percosse,
l'altro è stato trasportato in gravissime condizioni in un
ospedale militare. Leggermente ferito l'equipaggio.Poche ore
prima un analogo tentativo aveva preso di mira un'ambulanza nel
villaggio di Hurfeish.
Da alcuni giorni la comunità drusa israeliana sta chiedendo a
gran voce che lo Stato ebraico soccorra i suoi fratelli in
Siria, che sono minacciati dai jihadisti tanto dell'Is come
dai qaedisti di Jabhat al-Nusra, che stanno convergendo verso la
loro provincia di Sweida. Il ministro della difesa, Moshe
Yaalon, ha di recente ribadito che Israele non invierà loro
armi, anche perché non intende essere trascinato nella guerra
che da alcuni anni insanguina la Siria.Nei giorni scorsi i
drusi israeliani hanno manifestato perché la comunità
internazionale aiuti i i loro fratelli e perché Israele li lasci
entrare nel territorio dello stato ebraico, offrendosi di
ospitarli nei loro villaggi. L'esercito israeliano ha alcuni
giorni fa ha proclamato "zona militare chiusa" il settore
nord-orientale delle alture occupate del Golan e vi vieta
l'ingresso agli israeliani che non vi risiedono.