La campagna della coalizione
contro lo Stato islamico "comincia a ottenere risultati, la sua
avanzata in Iraq e in Siria è stata fermata". È quanto si legge
in un comunicato diffuso al termine dalla riunione ministeriale
dei 60 paesi che compongono la coalizione anti-Isis in corso a
Bruxelles.
"Le forze irachene e le forze del
governo regionale del Kurdistan - prosegue la nota - con il
sostegno di raid aerei della coalizione, stanno riguadagnando
terreno in Iraq". I componenti della coalizione, che comprende
Paesi occidentali e arabi, "hanno ribadito il loro impegno a
lavorare insieme su una strategia comune, su diversi fronti e a
lungo termine per indebolire e sconfiggere l'Isis".
La coalizione insiste su cinque assi nella lotta contro il
gruppo jihadista: "Migliorare lo sforzo militare, fermare il
flusso di combattenti stranieri, tagliare l'accesso al
finanziamento, affrontare la questione degli aiuti umanitari e
delegittimare l'Isis".
Caccia di Teheran sui cieli iracheni. Nello stesso giorno è trapelata la notizia che anche i caccia iraniani sono impegnati nei bombardamenti sulle postazioni del gruppo jihadista in Iraq. La conferma dei raid iraniani è arrivata dal portavoce del Pentagono, l'ammiraglio John Kirby, dopo che la tv Al Jazeera aveva mostrato immagini di F-4 Phantom del tipo di cui dispone Teheran sui cieli dell'Iraq.
Baghdad invoca la Nato. Intanto il primo ministro iracheno,
Haidar al Abadi, ha annunciato al segretario generale della Nato
che il suo governo sta preparando una richiesta di sostegno al
"Defence capacity building" da parte dell'Alleanza atlantica.
L'annuncio è avvenuto a margine
della ministeriale della coalizione anti-Isis.
E il governo si taglia lo stipendio. I ministri del governo iracheno hanno accettato di decurtarsi del 50% lo stipendio e le indennità come segnale della necessità di far fronte alla crisi finanziaria del Paese, dovuta alla diminuzione dei prezzi del petrolio e ai costi della guerra contro lo Stato islamico (Isis). Lo ha annunciato un comunicato diffuso dall'ufficio del primo ministro, nel quale però non si precisa quali fossero gli stipendi prima dei tagli. Le riduzioni dovrebbe entrare in vigore all'inizio del 2015.