Con una serie di micidiali attentati multipli, il terrorismo iracheno ha nelle ultime 24 ore mietuto decine di vittime, tornando alla ribalta mentre i grandi leader del mondo sono riuniti a L'Aquila, e pochi giorni dopo il completamento del ritiro delle truppe Usa dai centri abitati di tutto l'Iraq, il 30 giugno scorso.L'attacco più sanguinoso è stato messo a segno, con una tecnica tipica di al Qaida, nel centro storico della cittadina settentrionale di Tal Afar, ad una trentina di km dal confine con la Siria: un kamikaze travestito da poliziotto si è fatto saltare in aria davanti all'abitazione di due fratelli che lavorano per le forze anti-terrorismo. Pochi minuti dopo, quando sul posto erano giunte decine di persone tra soccorritori e abitanti della zona, un secondo attentatore suicida, sempre con la divisa della polizia, ha a sua volta innescato la cintura esplosiva che indossava.Il bilancio, secondo fonti ospedaliere, è degno dei tempi peggiori dagli ultimi anni: almeno 34 morti e oltre 60 feriti. Quasi nello stesso tempo, in un mercato popolare del grande sobborgo sciita Sadr City di Baghdad, con una tecnica del tutto simile, sono state uccise almeno sei persone e una ventina di altre sono state ferite. Solo che in questo caso, invece dei kamikaze, sono stati utilizzati due ordigni, che, nascosti tra i rifiuti, sono stati fatti esplodere a pochi minuti l'uno dall'altro.Sempre a Baghdad, nel centrale quartiere Karrada, il governatore della banca centrale irachena Sinan al Shibibi è invece sfuggito ad un attentato: l'esplosione di un ordigno ha investito il convoglio di auto con cui si stava dirigendo al lavoro, causando il ferimento di cinque persone, tra cui due delle sue guardie del corpo.E ancora, nella serata di ieri, due autobomba sono esplose nel giro di pochi minuti uccidendo 14 persone e ferendone altre 33 nella città di Mossul, capoluogo della provincia di Ninive, considerata ora la maggiore roccaforte irachena di al Qaida in Iraq, e quindi uno dei luoghi più pericolosi di tutto il Paese, non lontano da Tal Afar. E proprio a Tal Afar, uno dei feriti dell'attentato di oggi, Ali Abdul Mahdi, parlando con i giornalisti si è scagliato contro le forze di polizia irachene. "Non sono in grado di proteggerci. Non sono capaci di proteggere neanche loro stessi", ha detto, sottolienando che l'attacco è stato messo a segno davanti all'abitazione di due agenti dell'anti-terrorismo.Accuse pesanti, che riflettono il clima di sfiducia nei confronti dei circa 650 mila militari iracheni, soprattutto dopo la "festa nazionale" decretata il 30 giugno scorso per celebrare il ritiro dei militari Usa dai centri abitati. Ovvero, dopo il primo passo del disimpegno che entro il 2011 porterà a casa tutti i circa Usa 130 mila soldati americani attualmente in Iraq.