sabato 20 giugno 2009
Attacco ad una moschea sciita: oltre alle vittime - molte le donne e i bambini - si registrano 170 feriti. Il premier Maliki alla popolazione: non disperate per la sicurezza.
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A pochi giorni dal previsto ritiro delle forze Usa dai centri urbani di tutto l'Iraq, in un villaggio nord iracheno è stato oggi compiuto un attentato devastante, una vera carneficina, con un camion stracarico di esplosivo. Il bilancio è di 50 morti e quasi 170 feriti. Obiettivo dei terroristi erano i fedeli sciiti che uscivano dalla moschea al Rasoul di Taza, dopo la preghiera del pomeriggio: L'esplosione è stata così potente che il boato è stato udito fino a 25 km di distanza, nel centro della città petrolifera di Kirkuk.Hussein Abdul, un commerciante di frutta è verdura ha raccontato di aver visto il camion-bomba passargli davanti, e quando ormai era a circa 500 metri di distanza è esploso, radendo al suolo diversi edifici. "Il soffitto del mio negozio - ha detto - mi è crollato addosso, ma ho avuto solo ferite lievi, e così mi sono precipitato ad aiutare i feriti. C'erano corpi ovunque, coperti di fango e terra, misti a sangue, tanto sangue. Molte persone urlavano e chiedevano aiuto, molte altre erano in terra, senza vita, a pezzi". Il villaggio di Taza è abitato in prevalenza da turcomanni sciiti. E proprio in una riunione con i leader della comunità turcomanna, questa mattina il premier Nuri al Maliki aveva affermato che il ritiro dalle città delle forze Usa rappresenta "il primo passo verso la fine della presenza militare straniera in Iraq" e "una grande vittoria". Ma allo stesso tempo, il premier ha ammonito che "come è noto, ci sono molti che non ci vogliono far celebrare questa vittoria, che si preparano a muoversi nelle tenebre per destabilizzare il Paese. Ma noi - ha detto - saremo pronti. Inschallah".In alcuni casi, le forze Usa hanno già iniziato a ritirarsi dalle città. Oggi è stata la volta di una caserma a Sadr City, il gran quartiere sciita di Baghdad, dove vivono circa due milioni di persone e che è stato a lungo uno dei luoghi più difficili e turbolenti di tutto l'Iraq.In base ad un accordo tra Baghdad e Washington firmato lo scorso dicembre, le forze americane si ritireranno dai centri urbani in tutto il Paese entro il 30 giugno, per poi lasciare definitivamente l'Iraq entro il 31 dicembre 2011. Dopo una sensibile diminuzione degli attentati nel corso del 2008, negli ultimi mesi i terroristi sono tornati a colpire con rinnovata efficacia, causando a più riprese decine e decine di morti. Una impennata della violenza che, come ha ribadito oggi il premier al Maliki, era prevista, come ne è prevista una ulteriore nell'approssimarsi delle elezioni parlamentari in programma per il prossimo gennaio. Il generale Ray Odierno, comandante delle forze Usa in Iraq, è però ottimista e di recente affermato che "i giorni bui degli anni scorsi sono ormai dietro di noi. Gli iracheni sono in grado di vivere una vita più normale. Ed è giunto il momento per le nostre truppe da combattimento di andarsene".
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