Il premier iracheno uscente
Nuri al Maliki, vincitore delle elezioni di aprile, sarebbe pronto a fare un passo indietro. Dopo aver definito l'incarico ad al-Abadi una "violazione della Costituzione", Maliki si è trovato isolato, scaricato non solo dagli Stati Uniti ma addirittura dall'alleato Iran.L'inviato dell'Onu, Nicolay Mladenov, lo aveva messo in guardia dalla tentazione di un colpo di Stato, invitando le forze di sicurezza ad astenersi da "interferenze" nel processo "politico democratico", dopo che lunedì il premier aveva mobilitato un ingente schieramento di esercito e polizia intorno alla Zona Verde, il cuore politico di Baghdad. Il ministero degli Esteri di Teheran ha espresso sostegno al nuovo premier designato,
Haider al Abadi, sciita come il premier in carica. E martedì pomeriggio al-Maliki ha dichiarato: "I militari restino fuori da contese", il loro compito è "continuare nel loro lavoro di difesa dello stato". Ma la tensione nella capitale resta alta: due autobomba sono esplose maertedì provocando almeno 12 morti.
Lunedì sera il presidente Usa,
Barack Obama, ha avuto un colloquio telefonico con il premier designato iracheno,
Haider al-Abadi, nel corso del quale i due hanno concordato sull'importanza di formare un nuovo governo inclusivo, che rappresenti tutte le comunità, il più presto possibile. Lo riferisce la Casa Bianca. Obama si è congratulato con Abadi e ha sottolineato che gli Stati Uniti sono pronti a rafforzare la cooperazione politica e di sicurezza con l'Iraq.Anche il portavoce dell'Alto rappresentante per la politica estera
dell'Unione europea,
Catherine Ashton, ha detto che Bruxelles incoraggia la formazione di un esecutivo che "preservi l'unità nazionale e sia in grado di affrontare l'attuale crisi". La Ashton ha convocato una riunione straordinaria degli ambasciatori del Comitato politico e di sicurezza della Ue proprio per discutere delle emergenze internazionali in Iraq, Ucraina e Gaza. Non è esclusa successivamente la convocazione di un Consiglio degli esteri europeo straordinario.Gli Usa hanno lanciato martedì
nuovi raid aerei contro i militanti dello Stato islamico in Iraq, puntando contro i checkpoint e camion dell'Isis intorno alle montagne del Sinjar. Secondo quanto riferisce il Pentagono, gli Usa hanno condotto in tutto quattro attacchi, colpendo i checkpoint che minacciano la minoranza religiosa yazida, di etnia curda, intrappolata sulle montagne. L'obiettivo è creare un passaggio per far fuggire gli sfollati. Nel frattempo le forze americane lavorano con i partner internazionali per portarli in salvo. Durante la notte tra lunedì e martedì aerei della britannica Raf sono tornati a paracadutare aiuti sulla zona del monte Sinjar. Il dipartimento di Stato Usa ha inoltre annunciato che sta fornendo armi alle forze curde peshmerga che combattono contro lo Stato islamico. Dai territori occupati dagli jihadisti arrivano notizia di altri orrori, dopo che si è saputo che 500 persone, tra le quali molte donne e bambini, sono stati sepolti vivi, oggi la parlamentare irachena yazida Vian Dakheel in un comunicato ha informato che l'Isis tiene in ostaggio oltre
600 ragazze della minoranza religiosa nella prigione di Badushn, nella provincia di Ninive. Le ragazze sono state rapite insieme ad altri membri della minoranza yazida a Sinjar, località vicina a Mosul. La stessa
Vian Dakheel, che in questi giorni ha fatto conoscere al mondo la drammatica persecuzione degli yazidi, è rimasta vittima di un grave incidente: l'elicottero dell'esercito su cui viaggiava per portare aiuto ai profughi nella regione di Sinjar è precipitato. Lei e diversi giornalisti sono rimasti feriti, mentre il pilota è morto.Il segretario delle Nazioni Unite,
Ban Ki-Moon, ha lanciato un appello alla comunità internazionale chiedendo di fare di più per gli yazidi. "La situazione degli yazidi e di altri sul monte è straziante".