Il secondo kamikaze si è invece fatto saltare in aria all’ingresso della struttura, mentre la gente tentava di fuggire. Sempre nella notte tra martedì e mercoledì, a Mosul un kamikaze su un’autobomba si è fatto esplodere vicino a un posto di blocco in un quartiere ovest della città, uccidendo 8 persone, inclusi tre poliziotti. Lo hanno reso noto fonti mediche e della polizia. Nel mese di ottobre, oltre 600 persone sono state uccise nel Paese mediorientale, mentre nei primi nove mesi del 2013 sono 6.500 i morti: in un bilancio che si aggrava di giorno in giorno che riporta il Paese in una situazione peggiore di quella del 2008.
Un dramma di cui si è occupato ieri, al termine dell’Udienza generale, anche papa Francesco: «La cara nazione irachena, purtroppo colpita quotidianamente da tragici episodi di violenza, trovi la strada della riconciliazione, della pace, dell’unità e della stabilità». Questo auspicio è stato pronunciato da Jorge Bergoglio al termine dell’Udienza generale in piazza San Pietro. Al termine dell’incontro, il Papa ha salutato una delegazione delle «sovrintendenze » sciita, sunnita, cristiana, yazida e sabea del ministero per gli Affari religiosi della Repubblica dell’Iraq, «che costituiscono – ha detto – la ricchezza del Paese». La delegazione era accompagnata dal cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il Dialogo interreligioso che ha ospitato questi giorni un incontro con i rappresentanti iracheni. «Vi invito – ha chiesto Francesco agli 80 mila fedeli presenti a piazza San Pietro – a pregare per l’Iraq ».
L’incontro dei capi religiosi dell’Iraq, ha precisato il cardinale Tauran in una intervista a Radio Vaticana , aveva come «scopo principale la creazione di un Comitato per il dialogo interreligioso», in modo da «favorire questa armonia di cui il Paese ha tanto bisogno».