Con il via libera del governo di Baghdad, un convoglio di miliziani sciiti è
arrivato nella base militare di Habbaniya, vicino a Ramadi, la città irachena 112 chilometri a ovest della capitale caduta domenica nelle mani dello Stato islamico.
L'offensiva per la riconquista di Ramadi, capoluogo della provincia sunnita di Anbar, coincide con l'
arrivo a Baghdad del ministro della Difesa iraniano, Hussein Dehgan, che incontrerà il collega iracheno Khaled al-Obeidi e altri responsabili della sicurezza. Il governo sciita iraniano, fermo alleato della leadership sciita irachena, ha già inviato la Guardia rivoluzionaria a combattere in Iraq contro i jihadisti, e il suo ruolo si è rivelato importante nella riconquista di Tikrit. Ma la coalizione internazionale, e guidata dagli Stati Uniti, esita a lasciare campo di azione ai miliziani che guardano a Teheran. Senza contare la diffidenza dei sunniti locali.
Al-Baghdadi: prenderemo Baghdad. Lunedì, in un messaggio audio, il leader dell'Is, Abu Bakr al-Baghdadi, ha detto che le sue milizie continueranno la marcia per "liberare Baghdad e Karbala", la città sacra per gli sciiti, dove nel 680 dopo Cristo l'imam Hussein venne ucciso dai soldati del Califfato sunnita. Non è possibile verificarne l'autenticità. Alcuni inserti audio attribuiti ad al-Baghdadi erano già stati diffusi dai media dell'Is giovedì scorso.
Fuga di massa da Ramadi. Intanto prosegue la fuga di massa da Ramadi, dove sarebbero almeno 500 le vittime dei combattimenti dei giorni scorsi. L'Is afferma di aver ucciso decine di "apostati", termine con cui i jihadisti si riferiscono agli uomini delle forze di sicurezza irachene. Senza confermare esplicitamente la rivendicazione dello Stato islamico, la portavoce del Pentagono Elissa Smith ha detto che "Ramadi è stata contesa dall'estate scorsa e l'Is è adesso in vantaggio. "Ciò significa soltanto che la coalizione dovrà appoggiare le forze irachene per riprenderla in seguito", ha affermato Smith.