Kirkuk, 250 km a nord-est di Baghdad, è una delle più importanti città dell'Iraq.
Cuore petrolifero dal Paese, da secoli è al centro di interessi politici ed
economici tra Medio Oriente, Asia Centrale e Golfo.
Kirkuk ha una storia di convivenza tra le
principali comunità etniche e religiose dell'area:
arabi, curdi,
turcomanni, musulmani e cristiani si sono spartiti da secoli
l'influenza della città.
Oggi Kirkuk è quasi del tutto
controllata dalle forze
curdo-irachene e il governo della regione autonoma del
Kurdistan, con base a
Erbil, poco più a nord, ha più volte
esplicitamente affermato di considerare la città dentro i
"confini naturali" del Kurdistan iracheno.
Un'affermazione contestata non solo dal governo federale di
Baghdad ma anche da altre forti entità locali, come la comunità
turcomanna e altre comunità arabe, ostili all'espansionismo
curdo.
Tra queste ci sono le comunità arabo-musulmane delle zone
rurali a sud-ovest di Kirkuk che
nel 2014 hanno accolto
l'avvento del Daesh come un elemento per contrastare sia la
crescente influenza curda sia i tentativi di Baghdad di imporre
un controllo sulla città petrolifera.
Durante l'era del deposto e defunto presidente iracheno
Saddam Hussein l'area era stata sottoposta a un processo di
"arabizzazione" forzata, come molte altre aree miste dell'Iraq.Dal 2003 in poi lo stato di Kirkuk è stato al centro di dispute
ma nel 2014, con l'avvento del Daesh e il conseguente avvio
della "lotta al terrorismo", i curdi di Erbil si sono
impadroniti di fatto di tutta la zona urbana e dei siti
petroliferi più importanti.