giovedì 14 agosto 2014
L'intervista dell'inviato del Papa a Radio Vaticana. L'appello del patriarca Sako: Ue, Usa e Lega Araba intervengano subito. Mogherini: su Iraq e Ucraina azione comune e coordinata.
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C'è una buona notizia dall'Iraq: è finito l'assedio dei jihadisti dello Stato Islamico (IS) agli yazidi rifugiati sul monte Sinjar, nel nord dell'Iraq. I raid aerei americani e i combattenti curdi hanno permesso a migliaia di yazidi di mettersi in salvo. Dalle prime informazioni giunte dagli oltre cento marines e membri delle forze speciali statunitensi sul posto risulta che la situazione "è molto più gestibile" di quanto temuto. Nella notte tra mercoledì e giovedì le forze britanniche hanno effettuato nuovi lanci di aiuti ai civili in fuga: 2.400 contenitori riutilizzabili per la purificazione dell'acqua, riempiti con 13.200 litri di acqua potabile, e 480 ripari. Si tratta della quarta operazione di questo tipo dallo scorso fine settimane. E in Kurdistan si trova anche l'inviato di Papa Francesco, il cardinale Fernando Filoni. In un sms di cui ha dato notizia da Seul il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, Filoni comunica di essere a Erbil, dove era atteso dal patriarca caldeo, Louis R. Sako, presidente della Conferenza episcopale irachena. Nel capoluogo curdo il prefetto di Propaganda Fide ha già incontrato presidente e premier. Martedì Filoni era stato ad Amman, a colloquio con il re Mohammad II. Filoni porta con sé una somma di denaro consegnatagli domenica sera dal Papa, per far fronte all'emergenza umanitaria dei numerosi sfollati. Intanto il patriarca Sako invoca un intervento armato di Usa, Ue e Lega Araba per "ripulire la piana di Ninive da tutti i miliziani jihadisti" e fermare il "lento genocidio" in atto. Lo scrive in una lettera, pubblicata dall'agenzia Asianews, "redatta con il consenso unanime dei vescovi di Mosul, di tutte le Chiese". "Il dramma che si consuma con velocità impressionate ai danni delle famiglie di sfollati nel nord dell'Iraq", si legge, "spinge ciascuno di noi ad agire, mentre non si vedono all'orizzonte segnali di una soluzione rapida per il destino di oltre 100mila persone". Anche perché, aggiunge, "ad oggi non è possibile contare sul governo centrale, che è in via di formazione attraverso un procedimento che deve affrontare e superare momenti difficili". Per questo, afferma il patriarca "gli Stati Uniti d'America, anche a causa del loro prolungato coinvolgimento nelle vicende irachene, l'Unione europea, e la Lega araba hanno la responsabilità di agire in modo rapido per una soluzione". Agire con urgenza è una priorità anche per la Farnesina. "Ora azione comune e coordinata" su Iraq e Ucraina twitta Federica Mogherini, ministro degli Esteri e presidente di turno Ue, alla vigilia della riunione straordinaria dei responsabili delle diplomazie europee fissata per giovedì a Bruxelles.
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