È stata un'ecatombe l'attentato di venerdì rivendicato dall'Is in
una città a prevalenza sciita a nord di Baghdad. L'ultimo
bilancio parla di 115 morti e oltre 120 feriti. Tra le vittime,
numerose donne e almeno 15 bambini.
Khan Bani Saad è una
città abitata prevalentemente da sciiti e situata a 20 km a
nord di Baghdad. Il kamikaze ha fatto esplodere l'autobomba nel
cuore della zona commerciale della città, che pullulava di
gente uscita per gli acquisti in preparazione di Eid al-Fitr,
la festa che in tutto il mondo musulmano segna la fine del
Ramadan. L'attentato, uno dei più gravi da quando l'Is ha
conquistate vaste zone del Paese, ha fatto crollare diversi
edifici schiacciando sotto le macerie intere famiglie.
Il gruppo jihadista ha fatto sapere che il kamikaze ha
preso di mira i "negazionisti", come vengono chiamati gli
sciiti dal gruppo sunnita, e che aveva tre tonnellate di
esplosivo in auto: l'esplosione ha lasciato a terra un cratere
largo cinque metri e profondo due."Ogni anno (nel Ramadan)
c'è un attentato: siamo colpevoli di essere sciiti", ha detto
sconsolato Abbas Hadi Saleh, un maggiorente locale. "È
l'attentato peggiore nella provincia di Diyala dal 2003".Una folla sconvolta si è riversata in strada e ha spaccato
i finestrini delle auto in sosta per sfogare la rabbia. Si teme
che il bilancio possa essere ancora più pesante, perché
potrebbero esserci altri corpi sotto le macerie.Il governo di Diyala, una provincia mista di sciiti e
sunniti già finita nel mirino jihadista, ha proclamato tre
giorni di lutto e ha ordinato la chiusura di tutti i parchi
fino al termine della festività per motivi di sicurezza.