Non si ferma la scia di sangue dei miliziani dell'Is che in Iraq continuano ad uccidere. Quattordici giovani sono stati
giustiziati dallo Stato islamico (ex Isis) a Mosul, nel nord
dell'Iraq, dopo essere stati condannati a morte da una Corte
islamica per reati che non sono stati resi noti. Lo riferisce
l'agenzia irachena Nina. I corpi degli uccisi sono stati
consegnati dai jihadisti all'obitorio del maggiore ospedale
della città. Decine di civili sono stati rapiti. I jihadisti si erano ritirati ieri dal villaggio di Tal Ali (provincia Kirkuk), i cui abitanti avevano
dato fuoco a una bandiera e a una postazione militare dell'Is.
Ma stamane vi hanno fatto ritorno e hanno prelevato numerosi
residenti, portandoli via con loro.
Sette soldati sono stati uccisi e
17 feriti oggi nell'esplosione di un'autobomba guidata da un
kamikaze a sud della città irachena di Tikrit, in coincidenza
con un'offensiva lanciata dai miliziani dello Stato islamico che
cercano di prendere il controllo della strada tra la stessa
Tikrit e Samarra, 50 chilometri più a sud. L'attentato è avvenuto a Sumum, una quarantina di chilometri a sud di Tikrit.
Dieci chilometri più a nord, intanto, i jihadisti sono
arrivati alle porte delle due cittadine di Dijla e Mutassim,
costringendo la quarta divisione dell'esercito a ritirarsi verso
Samarra.
Nei combattimenti le forze governative di Baghdad sono
appoggiate da milizie di volontari sciiti.