mercoledì 24 giugno 2009
Fonti dalla capitale riferiscono di manifestazioni represse nel sangue. Ancora minacce dall'ayatollah Khameni contro i manifestanti, ma l'opposizione va avanti. Arrestati 25 dipendenti del giornale di Mussavi, ancora accuse contro Gran Bretagna e Stati Uniti. Obama: «Accuse assurde».
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Sono in corso in piazza Baharestan a Teheran, nei pressi della sede del Parlamento iraniano, scontri tra i manifestanti riformisti e la polizia. Lo riferisce l'emittente satellitare al-Arabiya, secondo la quale ci sarebberoalcuni feriti. La tv precisa che si tratta di una notizia ancora non confermata ufficialmente, mentre il sito del quotidiano britannico Guardian, che cita anche esso fonti non confermate, parla di una ragazza colpita da un colpo d'arma da fuoco.Secondo alcune fonti citate dal sito dell'emittente amerciana Cbs, negli scontri in piazza Baharestan la polizia avrebbe sparato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti, mentre la linea telefonica sarebbe interrotta. La piazza, come testimoniano su vari social network molti cittadini di Teheran, sarebbe piena di sangue e la polizia avrebbe eseguiti numerosi arresti.Prima degli scontri era stata annunciata la chiusura da parte delle autorità locali della fermata della metro di Teheran che si trova vicino al Parlamento, per evitare che i manifestanti giungessero in piazza Baharestan.La posizione della leadership religiosaIl leader supremo dell'Iran, l'Ayatollah Alì Khamenei, ha dichiarato oggi che non cederà di fronte alle pressioni relative alle controverse elezioni presidenziali che hanno innescato le più gravi proteste dalla Rivoluzione Islamica del 1979. "Ho sempre insistito e continuerò ad insistere affinché si rispetti la legge, per quanto riguarda la questione delle elezioni. Né le istituzioni né il Paese cederanno dinanzi alle pressioni, per nessun motivo", ha detto Khamenei.Adesso che la polizia e le milizie religiose hanno ripreso il controllo delle strade, il governo fondamentalista dell'Iran sembra intenzionato a tenere una linea ancora più dura contro le critiche straniere e interne. Il ministro degli Esteri Manouchehr Mottaki ha fatto sapere che Teheran sta valutando se ridimensionare i rapporti diplomatici con la Gran Bretagna, dopo le espulsioni di diplomatici iraniani e britannici di questa settimana. Ha anche annunciato di non aver in programma di partecipare al vertice dei capi delle diplomazie del G8 che si svolgerà a fine giugno a Trieste per parlare dell'Afghanistan.Le sue dichiarazioni, all'indomani delle parole del presidente Usa Barack Obama che si è detto "stupefatto e oltraggiato" per la repressione iraniana, rendono ancora più evidente la crescente tensione con l'occidente.I diplomatici occidentali considerano il meeting del 25-27 giugno come una rara occasione per le nazioni del gruppo degli Otto di sedersi attorno a un tavolo con le potenze della regione, come l'Iran, per discutere di obiettivi comuni sull'Afghanistan e il Pakistan.Ieri il ministro degli Esteri Franco Frattini in un'intervista a Reuters ha detto che l'Italia spingerà gli altri Paesi del G8 a condannare insieme le violazioni dei diritti fondamentali in Iran, dove la repressione dei manifestanti contro il risultato delle elezioni si è accompagnata all'espulsione di massa di giornalisti.Nel commentare l'annuncio del ministro iraniano, la Farnesina ha detto oggi in un comunicato di ritenere "che tale decisione corrisponda pienamente alla valutazione di opportunità che ieri sera il ministero degli Esteri italiano ha rappresentato all'incaricato d'affari dell'ambasciata iraniana a Roma anche alla luce della difficile situazione interna maturata in questi ultimi giorni in quel paese"."L'Italia auspica che in futuro l'Iran possa esprimere con ferma decisione politica la sua volontà di impegnarsi in maniera proficua nel processo di stabilizzazione regionale dell'Afghanistan".Gli inattesi disordini in Iran hanno ostacolato i progetti di Obama di coinvolgere la Repubblica Islamica in un importante dialogo sul suo programma nucleare, che Teheran sostiene abbia fini pacifici, ma che l'Occidente sospetta sia mirato alla costruzione della bomba atomica.L'Iran ha accusato Stati Uniti e Gran Bretagna di aver fomentato le proteste post-elettorali e ha mostrato dei manifestanti arrestati in televisione confessare di essere stati incitati dai media stranieri.Le forze della sicurezza hanno messo Teheran sotto stretto controllo per evitare altre proteste contro le elezioni, che i riformisti ritengono viziate da brogli per favorire la rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad ai danni dell'ex premier riformista Mirhossein Mussavi.La moglie di Mussavi, Zahra Rahnavard, ha chiesto l'immediato rilascio delle persone arrestate dopo le elezioni e ha criticato apertamente la presenza di forze armate nelle strade, riporta il suo sito web."Mi impegnerò a continuare una protesta legale, per difendere i diritti degli iraniani", ha detto Rahnavard, che ha sostenuto attivamente la campagna elettorale del marito prima della votazione.Britannici accusati di aver partecipato a proteste.Il ministro dell'Intelligence Gholamhossein Mohseni-Ejei ha dichiarato che alcune persone con passaporto britannico hanno partecipato ai disordini, secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa Fars. Uno tra gli arrestati, ha aggiunto, "stava raccogliendo informazioni per i nemici sotto le mentite spoglie di un giornalista". Almeno 10 manifestanti sono stati uccisi sabato e circa altri sette la settimana scorsa. Molte morti sono state filmate dai manifestanti e i video poi diffusi su Internet, dove sono stati visti da migliaia di persone in tutto il mondo.Il Grande Ayatollah Hossein Ali Montazeri, dissidente e uno dei più importanti ecclesiastici dell'Iran, ha chiesto tre giorni di lutto nazionale a partire da oggi per i morti nelle manifestazioni.Montazeri era stato nominato come successore dell'Ayatollah Ruhollah Khomeini, ma litigò con il padre della rivoluzione prima della sua morte nel 1989. È rimasto per anni agli arresti domiciliari a Qom.Anche il religioso riformista Mehdi Karoubi, arrivato ultimo alle elezioni, ha esortato gli iraniani a una giornata di lutto per le vittime.Il ministero degli Esteri ha accusato il segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon di interferire negli affari interni dell'Iran "sotto l'influenza di alcune potenze", un apparente riferimento alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti. Il ministro degli Interni ha accusato oggi la Cia, i servizi segreti Usa, di aver finanziato i dimostranti. "La Gran Bretagna, l'America e il regime sionista (Israele) sono dietro i recenti disordini a Teheran", ha detto il ministro dell'Interno Sadeq Mahsouli secondo quanto riferito dall'agenzia Fars. "Molti dei dimostranti erano in contatto con l'America, la Cia e l'organizzazione Mujahideen Khalq (Mko) e sono aiutati dalle loro risorse finanziarie". Obama ha definito le accuse rivolte agli Usa di istigare le proteste in Iran come "palesemente false e assurde". Le forze di sicurezza hanno arrestato 25 dipendenti del giornale Kalameh-y e Sabz, diretto da Mousavi, ha riferito il quotidiano Sarmayeh, secondo cui Alireza Beheshti, membro della redazione, ha dichiarato che gli arresti di lunedì sono stati disposti dal procuratore fondamentalista di Teheran Saeed Mortazavi.Khamenei ha accolto la richiesta del Consiglio dei Guardiani di estendere di cinque giorni il termine ultimo per la presentazione di reclami dei candidati sconfitti alle elezioni presidenziali.Il consiglio costituito da 12 membri ha già respinto le richieste di nuove elezioni di Mousavi, che ritiene di essere il vero vincitore.Uno dei tre candidati sconfitti alle elezioni, il conservatore Mohsen Rezaie, arrivato terzo, ha ritirato il suo esposto contro il voto, citando motivi di sicurezza e politici alla base della sua decisione, secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa Irna.Ahmadinejad giurerà davanti al parlamento tra il 26 luglio e il 19 agosto, ha annunciato ieri l'emittente di lingua inglese Iran News.
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