Nonostante le pressioni e le sanzioni della comunità internazionale contro il suo programma nucleare, l'Iran annuncia l'inaugurazione di un nuovo impianto per la produzione di uranio arricchito ad Ardakan, nella provincia centrale di Yazd, e dichiara di aver aperto due nuovi siti per l'estrazione mineraria a Saghand. Lo ha riferito la televisione di Stato iraniana in occasione della Giornata nazionale dell'energia nucleare. A fine febbraio Teheran aveva annunciato di aver scoperto giacimenti di uranio che quasi triplicheranno le proprie riserve. La scoperta record, la maggiore degli ultimi 35 anni, secondo l'Organizzazione per l'energia atomica iraniana, porterà dalle attuali 1.527 a quota 4.400 le tonnellate di riserve di uranio. L'impianto inaugurato in Iran, che si chiama "Shahid Rezaei Nejad", è dedicato alla produzione di "concentrato di uranio" (in inglese
yellowcake). Lo ha precisato un governatore locale, Ahmad Kamali, in dichiarazioni all'agenzia iraniana Irna. Lo
yellowcake è una polvere di uranio ricavata dal minerale estratto dalle miniere. Da esso, con il processo di conversione, si ricava il gas esafluoride di uranio (Uf6) che poi viene iniettato in cascate di centrifughe per l'arricchimento. Già nel dicembre del 2010 l'Iran aveva annunciato di aver utilizzato per la prima volta concentrato di uranio prodotto nel Paese. L'impianto di conversione già esistente si trova a Isfahan. «L'Iran non può avere e non avrà l'arma nucleare», ha ribadito il segretario di stato americano John Kerry in un incontro avuto a Gerusalemme con Benyamin Netanyahu. A lui il premier israeliano ha risposto che «l'Iransta usando i negoziati per continuare ad avanzare nel suo programma nucleare».
La mappa “nucleare” di TeheranDall'impianto per la produzione di
yellowcake ad Ardakan, inaugurato oggi, alla centrale nucleare di Bushehr, nel sud dell'Iran, sono diversi gli impianti considerati «strategici» dalle autorità della Repubblica Islamica per lo sviluppo del programma nucleare. Mentre non si sblocca l'impasse nei colloqui tra l'Iran e il gruppo 5+1 e Teheran minaccia l'uscita dal Trattato di non proliferazione nucleare, gli ayatollah continuano lo sviluppo del loro programma nucleare.
La centrale di Bushehr, operativa dal novembre 2010, è la prima nella storia della Repubblica Islamica. Larealizzazione dell'impianto iniziò nel 1975, ma dopo l'embargo imposto dagli Stati Uniti a causa degli eventi della Rivoluzione Islamica nel 1979, la Germania fu sostituita dalla Russia come partner nel progetto. La centrale ha una capacità massima di 1.000 megawatt.Ardakan e a Ishahan sono i siti dedicati alla produzione delllo yellowcake, ovvero il concentrato di ossidi di uranio che, arricchito, diventa combustibile nucleare. Mentre a Natanz l'attività di arricchimento dell'uranio è ripartita nel 2004. Anche le attività svolte all'interno di questo sito sono al centro della diatriba tra Teheran e la comunità internazionale, secondo cui la tecnologia utilizzata per produrre combustibile per la centrale nucleare potrebbe essere usata anche per arricchire l'uranio a livelli elevati, condizione necessaria per laproduzione della bomba atomica.
Ad Arak si trova invece un reattore ad acqua pesante. L'esistenza di questo impianto situato nell'Iran settentrionale venne svelata da alcune immagini satellitari diffuse nel dicembre 2002 dall'Istituto statunitense per la Scienza e la Sicurezza Internazionale. Nell'agosto 2010 il sito è stato visitato dagli ispettori dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea). Secondo Teheran, il reattore diventerà operativo entro l'inizio del 2014. Un altro sito per l'arricchimento dell'uranio si trova a Fordo, vicino alla città santa di Qom. La sua esistenza è stata svelata nel settembre 2009 ma solo nel 2012 Teheran ne ha ammesso l'esistenza. Il gruppo 5+1 ha chiesto la riduzione delle capacità di arricchimento dell'uranio di Fordo.Il reattore di Teheran, infine, produce radioisotopi che vengono utilizzati in trattamenti medici e nel settore agricolo. A febbraio dello scorso anno per la prima volta il reattore è stato caricato con barre di combustibile interamente di produzione iraniana.