sabato 23 novembre 2013
​«Sì dei 5+1 all'arricchimento dell'uranio». Al tavolo dei negoziati anche Lavrov, in arrivo Kerry. In cambio della sospensione del programmaTeheran otterrebbe l'alleggerimento delle sanzioni garantendosi introiti supplementari per 20 miliardi di dollari.
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Ci sarebbe il sì del gruppo dei 5+1 al diritto dell’Iran ad arricchire l’uranio. È stata l’emittente statale iraniana Press Tv, citando fonti vicine ai negoziati, ad annunciare nella serata di ieri la possibile svolta sulle trattative in corso a Ginevra tra Teheran e i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu più la Germania, negoziati che dovrebbero proseguire ancora oggi, oltre la scadenza inizialmente prevista.«Parlando a livello numerico, forse è stato compiuto il 90 per cento dei progressi ma ci sono una o due questioni che sono di grande significato», aveva in precedenza fatto sapere il ministro degli Esteri e capo-negoziatore iraniano Mohammad Javad Zarif. Nella città elvetica è arrivato in serata il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, che ha deciso di lasciare Mosca per unirsi alle consultazioni. Anche il segretario di Stato Usa, John Kerry, ha deciso di raggiungere oggi a Ginevra per «contribuire a ridurre le divergenze» e «progredire sempre di più verso un accordo» dopo essersi consultato con i negoziatori.In giornata c’era stato un nuovo colloquio di un’ora tra Zarif e la responsabile per la politica estera e di sicurezza comune dell’Unione Europea, Catherine Ashton, che rappresenta in blocco i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu più la Germania. Al termine del colloquio Zarif, citato dai mass media iraniani, aveva ammesso che «le opinioni differenti restano» ma, aveva aggiunto, «le stiamo discutendo» e «se Allah lo vuole, arriveremo a un risultato». Alla riunione era presente anche il vice di Zarif, Majid Takht-i Ravanchi: «La sensazione è che ci siano stati progressi nei negoziati», aveva commentato. Zarif, però, era stato chiaro: «Il diritto dell’Iran ad arricchire l’uranio non è negoziabile. Non si potrà raggiungere un’intesa finché tutti non saranno d’accordo su questo». Poco prima del faccia a faccia, una fonte vicina ai negoziati aveva anticipato che l’incontro di ieri era da ritenersi «decisivo».Secondo quanto è trapelato negli ultimi giorni, si lavora a un’intesa transitoria di sei mesi che prevede da parte di Teheran il congelamento della produzione di uranio arricchito al 20 per cento (ma l’Iran osteggiava questo punto), l’impegno a non attivare nuove centrifughe per arricchire l’uranio al 3,5 per cento, e l’accettazione di un più rigido sistema di ispezioni internazionali nei propri siti nucleari. In cambio l’Iran otterrebbe un alleggerimento delle sanzioni che gli garantirebbe introiti supplementari per almeno 20 miliardi di dollari.
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