E' scontro a distanza tra Stati Uniti e Iran sulle proteste seguite alle elezioni presidenziali del 12 giugno. Il presidente rieletto Mahmud Ahmadinejad accusa il leader della Casa BIanca Barack Obama di aver «interferito e commentato in un modo che contravviene alle convenzioni e alla regole della cortesia» nelle questioni di Teheran. Il presidente iraniano ha anche minacciato i leader occidentali riuniti nel G8 di politica estera a Triste: «se continuate nel vostro comportamento maleducato e nelle vostre interferenze, la risposta della nazione iraniana sarà dura e dirompente e vi farà pentire».
Stallo a TeheranUn organismo di arbitrato tra istituzioni dello Stato iraniano presieduto dall'ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani ha chiesto oggi ai candidati sconfitti alle presidenziali di «cooperare con il Consiglio dei Guardiani», che deve accertare la regolarità del voto, e ai loro sostenitori di «obbedire alle indicazioni della Guida suprema», ayatollah Ali Khamenei, che nei giorni scorsi ha chiesto la fine delle manifestazioni di piazza.Rafsanjani è considerato il principale sostenitore del candidato moderato Mir Hossein Mussavi, che ha chiesto l'annullamento delle elezioni, mentre Khamenei ha finora sostenuto la validità del voto, da cui è uscito rieletto il presidente Mahmud Ahmadinejad. La dichiarazione emessa oggi è stata preceduta da alcuni incontri avuti da Rafsanjani e Mussavi apparentemente per cercare un'uscita dal braccio di ferro. I due hanno avuto colloqui con la commissione Sicurezza nazionale del Parlamento e con il capo dell'apparato giudiziario, Mahmud Hashemi Shahrudi.
«Stretta» del regimeLe autorità iraniane hanno vietato ad un alleato del leader dell'opposizione Mirhossen Mussavi di lasciare la repubblica islamica. Lo scrive oggi l'agenzia di stampa ufficiale iraniana Irna.Abolfazl Fateh, capo dell'ufficio media di Mussavi, ha affermato che il divieto non gli farà cambiare le sue idee, aggiungendo di essere stato bloccato «a causa del suo ruolo» nelle proteste post-elettorali di queste settimane.La rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad lo scorso 12 giugno ha scatenato una serie di proteste, la più vasta rivolta dai tempi della rivoluzione islamica del 1979, che il governo ha represso nel sangue con 20 morti in piazza, secondo il bilancio ufficiale fornito dalle autorità, che hanno fatto inorridire il mondo occidentale.
Scontro diplomatico Svezia-IranIntanto l'ambasciatore svedese a Teheran, Magnus Wernstedt, è stato convocato oggi al ministero degli Esteri iraniano, che gli ha trasmesso una protesta ufficiale per l'attacco portato ieri da alcuni manifestanti contro l'ambasciata iraniana a Stoccolma durante una manifestazione contro la repressione delle proteste dei giorni scorsi nella Repubblica islamica.