Almeno 38 persone sono morte, tra cui donne e bambini, e molte altre sono rimaste ferite stamane in un duplice attentato suicida compiuto contro una moschea sciita nel sud-est dell'Iran affollata per le celebrazioni dell'Ashura, l'anniversario del martirio dell'Imam Hussein, la ricorrenza più importante per gli Sciiti. Lo riferiscono la televisione di Stato iraniana e l'agenzia Irna. Mentre la tv panaraba Al Arabiya dà notizia della rivendicazione da parte del gruppo islamico sciita Jundullah.L'attentato, che secondo l'Irna è stato preceduto da un'altra esplosione, è avvenuto a Chabahar, città portuale vicina al confine con il Pakistan, nella provincia del Sistan-Baluchistan. Il governatore locale ha comunicato l'arresto del "principale responsabile" dell'attentato, confermando che si è trattato di un duplice attentato suicida. "I due kamikaze - ha detto - erano stati individuati tra la folla, ma sono riusciti ad azionare i corpetti esplosivi che indossavano prima di essere bloccati".La provincia del Sistan-Baluchistan, abitata da una forte minoranza sunnita in un Paese in cui gli Sciiti sono in stragrande maggioranza e retta da un sistema di governo religioso sciita, è teatro da anni di violenze e attentati rivendicati dal gruppo estremista sunnita Jundullah (Soldati di Dio), che le autorità di Teheran accusano di essere sostenuto dagli Usa, dalla Gran Bretagna e da Israele.Il 16 luglio scorso, in occasione dell'anniversario della nascita dell'Imam Hussein, 28 persone erano rimaste uccise in un doppio attentato suicida in una moschea sciita di Zahedan, capoluogo del Sistan-Baluchistan. L'azione terroristica era avvenuta un mese dopo l'impiccagione di Abdolmalek Righi, leader del Jundullah.L'attenato odierno è avvenuto alle 10:30 ora locale (le 08:30 in Italia), mentre i fedeli sciiti affollavano la moschea di Chabahar dedicata all'Imam Hussein per il giorno di Tasua, che precede quello dell'Ashura. In questa ricorrenza milioni di Sciiti vestiti di nero, soprattutto in Iran, Iraq, Pakistan e Libano, si riuniscono nelle moschee e danno vita a processioni nelle strade per ricordare il massacro di Hussein e 72 suoi fedelissimi nella piana di Kerbala, nell'attuale Iraq, ad opera delle truppe sunnite del Califfo Yazid.