giovedì 25 giugno 2009
Dopi i durissimi scontri di ieri, con bilancio incerto, il leader dell'opposizione - che potrebbe essere agli arresti domiciliari - invita a proseguire le proteste «contro i grandi brogli». L'ayatollah Montazeri avverte: la repressione può portare alla rivoluzione.
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Mir Hossein Mussavi non cede. Il leader dell'opposizione iraniana ha invitato i suoi sostenitori a proseguire nelle proteste contro i risultati venuti da una tornata elettorale presidenziale segnata "daipiù grandi brogli mai avvenuti". Sul suo sito Mussavi, che ieri non era andato alla manifestazione a piazza Baharestan da lui stesso convocata e teatro successivamente delle cariche armate della polizia, avverte che i contatti tra lui e i suoi sostenitori sono "molto limitati" dalle restruizioni a Internet. Nonostante questo e nonostante quelle che definisce "pressioni", il rivale principale di Mahmoud Ahmadinejad si è detto determinato a continuare la battaglia per l'annullamento delle elezioni: "Sono pronto a provare che coloro che hanno ordito i brogli sono anche i responsabili del bagno di sangue. La continuazione di una protesta calma e nel rispetto della legge ci farà raggiungere i nostri obiettivi", ha aggiunto, "protestare è un diritto costituzionale".Mussavi, che secondo il tam-tam di Twitter, potrebbe trovarsi agli arresti domicialiari, ha anche criticato la chiusura del quotidiano che a lui fa riferimento, Kalemeh Sabz (La parola verde), e l'arresto, avvenuto ieri, di venticinque dipendenti del giornale. Si tratta di "atti contro la legge", che avranno il paradossale risultato di "aprire la strada all'interferenza straniera", poichè "le notiziearriveranno dai media stranieri".Voci su Mussavi ai domiciliari. Mir Hossein Mussavi è agli arresti domiciliari. Dopo le voci che circolano da ieri sui blog, oggi la notizia viene confermata dal sito vicino alla corrente riformista iraniana 'Nasimfarda'. "Tutte le manifestazioni in corso in Iran non sono dirette" da Mousavi , precisa il sito web, sottolineando che le proteste vengono "organizzate soltanto in suo sostengo"."Tutti gli stretti collaboratori di Mussavi - prosegue il sito - sono stati arrestati e il governo sta cercando di isolarlo completamente dal popolo riformista manifestante". La notizia degli arresti domiciliari per Mussavi, tuttavia, non è stata ancoraconfermata ufficialmente. Ieri sui blog, i giovani iraniani sospettavano che Mussavi e Mehdi Karrubi fossero stati posti agli arresti domiciliari o che comunque fossero sotto stretto controllo da parte delle autorità iraniane.Secondo il sito del leader dell'opposizione iraniana, Mir Hossein Mussavi, 70 professori universitari che lo avevano incontrato ieri sono stati arrestati. "Mussavi ha avuto un incontro con...i professori del Paese, dopo di che 70 persone presenti a quell'incontro sono state arrestate", si legge sul sito del candidato moderato sconfitto nelle contestate elezioni presidenziali del 12 giugno. L'avvertimento di Montazeri. Il grande ayatollah Hossein Montazeri, il più importante leader religioso dissidente della repubblica islamica, ha avvertito che la repressione delle proteste di piazza potrebbe sradicare le fondamenta del governo, "per quanto possa essere potente". Montazeri, 87 anni, aveva proclamato tre giorni di lutto nazionale per le vittime delle proteste. A suo tempo fu indicato come il favorito alla successione di Ruhollah Khomeini, ma cadde in disgrazia per aver criticato le esecuzioni capitali dopo il rovesciamento dello Scià, nel 1979. È stato in prigione dal 1997 all'inizio del 2003 per aver denunciato l'eccessiva concentrazione di potere nelle mani della Guida suprema, l'ayatollah Ali Khamenei.Karrubi annulla commemorazione morti. L'ex candidato alle presidenziali iraniane Mehdi Karrubi ha annullato la manifestazione prevista per oggi per commemorare le persone uccise nei cortei dei giorni scorsi. Lo ha reso noto il partito dell'ex presidente del Parlamento, l'Etemad Melli. "È molto spiacevole che persino in questa situazione a leader politici come Karrubi non venga concesso un luogo in cui tenere una commemorazione funebre". si legge nel messaggio. La manifestazione dovrebbe essere rinviata alla settimana prossima e svolgersi all'università di Teheran o in un cimitero. Il ministro dell'Interno della repubblica islamica ha proibito qualsiasi manifestazione dei gruppi di opposizione.L'annuncio dell'annullamento arriva all'indomani di una giornata di scontri sanguinosi in piazza, con la polizia che ha picchiato e aperto il fuoco sui manifestanti. Press-Tv, un'emittente iraniana, ha aggiornato il bilancio totale dei morti nei disordini dei giorni scorsi a 20, ma si teme che possano essere molti di più. Una giornata ad alta tensione. La Guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, ha ribadito ieri che le manifestazioni degli oppositori del presidente Mahmud Ahmadinejad non potranno far cambiare il risultato delle elezioni da cui è uscito rieletto ma i contestatori sono di nuovo scesi in piazza.Titolando il suo servizio 'C'è sangue ovunque', la Cnn ha  riferito di nuove proteste tenute ieri nel centro di Teheran e represse dalle forze dell'ordine "con bastoni e armi da fuoco". L'emittente non dà notizia di nuovi morti ma sostiene che molti dimostranti "sono stati picchiati come animali".Altre fonti citate dalle agenzie Afp e Reuters parlano di alcune centinaia di persone che si sono radunate vicino al Parlamento e sostengono che i manifestanti sono stati dispersi  dalla polizia con i gas lacrimogeni. Sul fronte internazionale, oltre alla Gran Bretagna Teheran ha accusato anche gli Stati Uniti di avere partecipato ad un complotto contro le elezioni, con finanziamenti della Cia, dopo che martedi il presidente Barack Obama aveva fatto dichiarazioni più dure rispetto a quelle prudenti a cui si era attenuto in precedenza. Il ministro degli Esteri iraniano, Manuchehr Mottaki, ha ieri ufficializzato che che non sarà alla riunione allargata dei ministri degli Esteri del G8 sull'Afghanistan e il Pakistan in programma per oggi a Trieste."Il sistema islamico e il popolo non accetteranno l'uso della forza a nessun costo", ha detto Khamenei ricevendo l'intero Parlamento. In un sermone pronunciato alla preghiera di venerdì scorso a Teheran, Khamenei aveva affermato che le manifestazioni contro la rielezione di Ahmadinejad dovevano cessare e aveva avvertito che la pressione della piazza non lo avrebbe fatto retrocedere.Continuano intanto gli arresti fra le file degli oppositori. Sono finiti in carcere 25 fra giornalisti e dipendenti del giornale Kalemeh Sabz, che era stato fondato per sostenere la campagna elettorale del moderato Mir Hossein Mussavi ma era stato messo al bando dopo il voto. Lo ha detto un membro della redazione, Alireza Baheshti, precisando che gli arresti sono avvenuti tre giorni fa. Il giornalista ha aggiunto che cinque donne che figuravano fra le persone arrestate sono state rilasciate.La moglie di Mussavi, Zahra Rahnavard, ha lanciato sul sito del marito un appello alle autorità della Repubblica islamica perchè rilascino gli oppositori arrestati, dicendo di essere "suo dovere" continuare a protestare per i diritti in Iran.   Dopo l'espulsione da parte dell'Iran di due diplomatici britannici, seguita da un'analoga misura presa per ritorsione da Londra, rimane alta la tensione fra la Repubblica islamica e la Gran Bretagna. L'Iran "sta studiando" la possibilità di ridurre il livello delle relazioni diplomatiche con Londra, ha detto il ministro degli Esteri Manuchehr Mottaki. Mentre il ministro dell'Intelligence, Gholamhossein Mohseni-Ejei, ha affermato che alcune persone "con passaporto britannico" risultano coinvolte nell'organizzazione dei recenti disordini. Tra di loro, ha aggiunto, una persona che, "agendo sotto la copertura di giornalista, raccoglieva informazioni utili al nemico". Ieri era stata data la notizia dell'arresto di un giornalista con doppia cittadinanza greca e britannica che lavora per il Washington Times.Ma anche gli Stati Uniti si ritrovano sul banco degli accusati. "La Gran Bretagna, gli Usa e il regime sionista (Israele, ndr) sono i principali elementi coinvolti dei recenti disordini", ha detto il ministro dell'Interno, Sadeq Mahsuli. Il ministro ha aggiunto che la Cia ha fornito "sostegno finanziario ai rivoltosi". Martedi Barack Obama aveva espresso "seri dubbi sulla legittimità delle elezioni" e denunciato "tentativi di distrarre la gente da quel che sta succedendo veramente nel Paese" attraverso le accuse lanciate a potenze straniere.
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