giovedì 18 giugno 2009
Un governo di "ladri e corrotti": così Mir Hossein Moussavi si scaglia contro l'esecutivo di Mahmoud Ahmadinejad per chiedere conto del patrimonio che il Paese aveva accantonato per far fronte alle oscillazioni del prezzo del petrolio. Mussavi ha parlato a una enorme folla che ha di nuovo sfilato nella capitale nella giornata di lutto per i morti dei giorni scorsi.
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Un governo di "ladri e corrotti": così Mir Hossein Moussavi si scaglia contro l'esecutivo di Mahmoud Ahmadinejad per chiedere conto del patrimonio che il Paese aveva accantonato per far fronte alle oscillazioni del prezzo del petrolio.A rilanciare frammenti del discorso tenuto dal leader moderato durante la marcia di lutto a Teheran è Twitter, uno dei social network usato dalla dissidenza per far filtrare le informazioni su quanto accade. Lo stesso contro cui si era scatenata la repressione dei Guardiani della rivoluzione che hanno minacciato il carcere per chi fomenta la rivolta. "Che cosa ne avete fatto di 300 miliardi di dollari sparitiin quattro anni" ha chiesto Moussavi, "dov'è la ricchezza del Paese? Un'inflazione del 25 per cento significa ignoranza, furto e corruzione. Perchè tutti i nostri giovani vogliono lasciare il Paese? Noi siamo musulmani e quello che sta succedendo nel governo iraniano è peccato. Questo governo non è quello che l'imam Khomeini voleva per l'Iran. Ma io e questo mare di verde (in riferimento alle bandiere con il colore del partito di Moussavi, ndr) cambieremo le cose. Il prossimo esecutivo sarà eletto dal popolo".Non si ferma la protesta che in Iran chiede l'annullamento delle elezioni presidenziali, mentre il Consiglio dei guardiani della Costituzione ha convocato per sabato i candidati usciti sconfitti secondo i risultati ufficiali. Dopo aver dato la disponibilità ad un rinconteggio dei voti, il supremo organo del Paese ha accettato di analizzare le 646 violazioni segnalate dai tre candidati, Mir Hossein Moussavi, MehdiKarroubi e Mohsen Rezaei. Da parte sua il governo non sta a guardare. La milizia popolare dei pasdaran ha chiesto di partecipare alla preghiera del venerdì a Teheran che sarà condotta dalla Guida suprema Ali Khamenei, esrotando a "dissociarsi dai rivoltosi". Le forze di sicurezza continuano ad arrestare le voci contrarie. L'ultimo illustre finito in manette è Ebrahim Yazdi, una delle voci liberali dell'Iran, presidente del movimento per la libertà, arrestato mentre si trovava in ospedale per sottoporsi ad esami allo stomaco. Yazdi è stato ministro degli esteri nel primo governo rivoluzionario iraniano nel 1979. Il Movimento per la libertà è una delle formazioni politiche che più si battono per le aperture democratiche nel Paese. In una intervista dopo il voto di venerdì e la proclamazione dei risultati, aveva dichiarato che questa è la crisi più grave degli ultimi trent'anni. Il suo collaboratore ha riferito che sono sette in tutto i membri del Movimento tratti in arresto.
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