La bandiera nera dell'Isis sventola sul complesso degli edifici pubblici di
Ramadi, città nella provincia di Anbar, nell'Iraq occidentale. Lo riferiscono fonti locali, secondo le quali l'Isis avrebbe conquistato, dopo violenti scontri con le forze di sicurezza irachene, "l'intera area che comprende gli edifici militari, il quartiere generale della polizia e il consiglio provinciale".
Si tratta di un
successo significativo. Il Califfato sembrava essere in serie difficoltà. Tra l'altro in questi giorni è stato ucciso il numero due dello Stato Islamico, Abdul Rahman Mustafa Mohammed. Eppure i jihadisti sono riusciti a riprendere l'offensiva nel cuore dell'Iraq e adesso si trovano
a 113 km dalla capitale Baghdad.
Nei giorni scorsi oltre 80 capi tribali sunniti del
governatorato di Anbar, nell'ovest dell'Iraq, hanno firmato una
petizione per chiedere al premier Haider al Abadi di consentire
la partecipazione delle milizie sciite della Mobilitazione
popolare alle operazioni militari in corso nell'area.
Negli scontri per la conquista della città sono morti venti soldati iracheni e
altri 60 sono rimasti feriti, secondo fonti della sicurezza. I
jihadisti sono riusciti a penetrare in vari quartieri della
città. Nel quartiere di Al Jamia, prossimo agli edifici
governativi, i miliziani hanno ucciso almeno 13 membri delle
forze di sicurezza e ne hanno ferito altri 40. Due autobobombe
sono esplose contro un commissariato di polizia ad al Majd, in
pieno centro, causando la morte di sette guardie di sicurezza,
mentre altre 20 sono rimaste ferite.
I Jihadisti hanno
conquistato anche Albu Eluan, altro quartiere centrale, e
stanno dando la caccia al capo dell'omonima tribù, che si è
schierata con le forze governative. I miliziano hanno poi
catturato diversi membri del comitato di sicurezza del
consiglio comunale di Al Anbar, compreso il direttore, Ahmed
Hami. Molti civili sono scappati, alcuni hanno abbandonato i
loro veicoli in strada per mettersi al sicuro.