Prima l’incontro con i familiari di Asia Bibi a Islamabad, nella tarda mattinata di oggi. E nelle successive, e probabilmente decisive 24 ore, l’incontro con il presidente pachistano Ali Zardari per presentargli il dossier sul caso della prima donna cristiana condannata a morte nel giugno 2009 per blasfemia e la domanda di grazia. È la «road map», il percorso per restituire la libertà più presto possibile ad Asia tracciata da Shahbaz Bhatti, il ministro federale cattolico delle Minoranze. Il quale si prepara alla battaglia per la grazia e per abolire la controversa legge che discrimina i non musulmani in un clima rovente. Con una mossa senza precedenti ,ieri i religiosi islamici radicali hanno emesso un comunicato congiunto in cui si mette in guardia il presidente Zardari dal concedere il perdono per pressioni esterne. In caso contrario hanno annunciato proteste e manifestazioni pubbliche in tutto il Paese.
Ministro Bhatti, lei dichiarerà ufficialmente al presidente della Repubblica che questa donna è innocente?Sì, dall’inchiesta che ho svolto negli ultimi giorni su questa vicenda e sul processo emerge con chiarezza che Asia Bibi è stata accusata ingiustamente di blasfemia. Nel mio rapporto è scritto che lei non ha commesso alcun crimine né offeso Maometto e il Corano. Quindi è innocente e chiederò al presidente di graziarla per evitare che continui ad essere commessa un’ingiustizia. Integrerò inoltre il dossier con gli ultimi elementi che mi verranno trasmessi dai suoi familiari, che incontrerò prima di vedere il presidente, i quali mi consegneranno anche la domanda di grazia.
Domanda che secondo lei verrà davvero accolta, dopo le voci che si sono rincorse in queste ore sulla sua imminente liberazione?Sono fiducioso. Credo che verrà graziata in tempi brevi, anche se non posso dirle con esattezza quando verrà liberata.
Come sta in questo momento Asia Bibi, che sappiamo essere stata sottoposta a violenze in carcere dopo l’arresto?Sta bene, è in cella nella prigione distrettuale di Sheikhupura e si trova sotto la protezione della polizia. Se verrà graziata, però, correrà forti rischi perché gli integralisti hanno minacciato di ucciderla. Chiederemo che venga protetta.
Il governo federale vuole o no abolire la discussa legge sulla blasfemia?C’è la volontà condivisa di emendarla per evitare usi distorti contro le minoranze. Dobbiamo costruire consenso attorno all’abrogazione, ma non è un passaggio facile dal punto di vista politico. Il voto spetta al Parlamento e la maggioranza che governa è una coalizione. Bisognerà dialogare con tutti e poi trarre le conseguenze. Dal canto mio, sto chiamando tutti i leader religiosi per convocare in fretta una conferenza dei rappresentanti delle fedi. È l’iniziativa dalla quale farò partire il percorso per discutere l’abrogazione.
Ma la società civile è favorevole ad abrogarla?Certo. Gli integralisti minacciano, ma non sono la maggioranza del paese. Ci sono molti islamici moderati che vogliono eliminarla dal codice penale.
Lei è stato minacciato?Se la signora Bibi venisse liberata, gli estremisti hanno minacciato di farmela pagare. Ma continuerò a battermi per la giustizia. Chiedo ai cristiani di pregare nelle prossime ore per Asia e per me.