L'analisi di nuove immagini satellitari mostra che il governo della Corea del Nord sta annullando la differenza tra i campi di prigionia politica e i villaggi circostanti dove vive la popolazione. Lo denuncia Amnesty International, che ha rinnovato la richiesta alle Nazioni Unite di istituire una commissione indipendente d’inchiesta «sulle gravi, sistematiche e diffuse violazioni dei diritti umani, compresi crimini contro l’umanità, in corso nel Paese». Di fronte alle notizie sulla possibile costruzione di un nuovo Kwanliso (campo di prigionia politica) nella provincia di Pyongyan Sud, Amnesty International aveva chiesto alla società “DigitalGlobe” di fornire immagini satellitari e un’analisi di queste ultime. L’analisi delle immagini ha rivelato che, dal 2006 al febbraio 2013, la Corea del Nord ha costruito 20 chilometri di perimetro intorno alla valle di Ch’oma-bong (70 chilometri a nord-nordest della capitale Pyongyang) e ai suoi abitanti, con nuovi punti d’accesso controllati e possibili torri di guardia. Gli analisti hanno anche individuato la costruzione di nuovi edifici che potrebbero essere dormitori per operai, forse collegati alla espansione dell’attività mineraria nella regione. Questo sviluppo punta a rafforzare i controlli sul movimento della popolazione che vive nei pressi del campo, annullando in questo modo la distinzione tra i detenuti del campo di prigionia e gli abitanti della valle e creando chiare condizioni di pericolo per i residenti. Amnesty International è «preoccupata per le condizioni di vita della popolazione residente all’interno del nuovo perimetro e per le future intenzioni del governo nord-coreano».