La decisiva vittoria ottenuta nelle elezioni legislative ha galvanizzato il partito del Congresso e gli alleati dell'Alleanza progressista unita (Upa) ed ha permesso a Sonia Gandhi, che dell'operazione è stata la regista, di avviare la seconda fase del suo piano: la costituzione di un governo forte per la 15/a legislatura. Ad appena una manciata di seggi dalla maggioranza parlamentare (Lok Sabha) - l'Upa ne ha 262 sui 273 richiesti - la Gandhi ha dormito sonni sereni nel dopo-voto, disturbati solo dalle telefonate di leader politici nazionali e regionali pronti a dare al futuro governo l'appoggio necessario.A tal fine la giornata di ieri è stata fitta di incontri, ed è cominciata con un vertice degli esponenti governativi e del partito del Congresso nella sede, di Race Course Road 7, del premier uscente e certamente riconfermato, Manmohan Singh.Come già annunciato in campagna elettorale, Singh ha già in mano la bozza di una terapia d'urto per i primi 100 giorni di governo che dovrà essere approvata dalla nuova maggioranza. Davanti al premier, al ministro degli Esteri Pranab Mukherjee e a quello della Difesa, A.K.Antony, la vedova italiana di Rajiv Gandhi ha "rivolto un appello a non abbandonarsi ad una sterile allegria ma a esercitare una sobria riflessione" perchè in fin dei conti "le elezioni sono già dietro di noi ed ora comincia un lavoro duro".Sintetizzando poi efficacemente i temi centrali che hanno determinato il successo nazionale del Congresso, ha chiesto alla coalizione Upa di "concentrarsi sui bisogni dei poveri del paese, dando prova di trasparenza mentre si lavora per il rafforzamento dell'economia e della sicurezza".Come era prevedibile il vertice, e altre riunioni del pomeriggio, hanno esaminato i passi necessari per formare una nuova coalizione di governo. Un compito non difficile per Sonia e per suo figlio Rahul visto l'ampio successo dell'Upa. I responsabili politici si sono trovati d'accorso su una nuova riunione dei partiti della coalizione uscente (Dmk, Trinamool e Ncp) che dovrà approvare una strategia e decidere se e come aprire la maggioranza ad altri alleati.Per il momento esistono due teorie non unanimi: la prima è favorevole a ridare fiducia alle 'pecorelle smarritè, partiti e personalità cioè che hanno cercato prima delle elezioni di correre in proprio e che alla luce dei magri risultati ottenuti bussano alla porta di Sonia Gandhi con la testa cosparsa di cenere.È il caso dei membri del Quarto Fronte, come l'ex ministro delle Ferrovie, Lalo Prasad Yadav, il Samajwadi Party che sostituì i comunisti usciti dal governo nella seconda parte della passata legislatura, e l'Ljp di Ram Vilas Paswan. Alcuni esponenti del Congresso, e questa è la seconda ipotesi, non ritengono che i transfughi debbano essere perdonati e propendono per trovare i voti che mancano fra i partiti minori e gli indipendenti.Il governo dovrà essere pronto entro il 2 giugno ma nessuno dubita che non lo sarà. Dopo quella data il premier Singh presenterà in Parlamento il suo piano che prevederà stimoli all'economia per garantirne la crescita; incentivi all'ooccupazione; enfasi sulle politiche sociali, radicale ammodernamento delle infrastrutture e rafforzamento della sicurezza vista l'esplosiva situazione regionale.